Per una buona potatura occorre sapere quali sono i rami fioriferi!

rami fioriferi


Comincia il periodo delle potature! Questo perchè, con l’arrivo del freddo, molte piante entrano in riposo vegetativo. Si perde il fogliame, la linfa smette di scorrere, tutta la pianta entra in una fase di dormienza fino all’arrivo della primavera. A volte però, si compiono veri e propri scempi. Per una buona potatura occorre conoscere due cose fondamentali: le tipologie di gemme e quali sono i rami fioriferi!

Quando abbiamo cominciato il nostro progetto di autosufficienza alimentare, in cui la produzione diversificata di frutta è una delle parti più cospicue, ci siamo accorti presto che una delle operazioni più delicate, nella gestione degli alberi da frutto, era proprio la potatura! Malgrado tendiamo a potare poco o nulla nella nostra food forest, a volte siamo incappati in errori grossolani, per poca conoscenza del fruttifero che stavamo potando. Troppo spesso, infatti, si ha come priorità la forma dell’albero, a discapito della produzione di frutta.

E’ importantissimo imparare a riconoscere i rami fioriferi!
Cioè quei rami che ospitano gemme a fiore, di solito più tondeggianti, di colore chiaro e dai bordi curvati, e che daranno fiori e poi frutti. E quali sono invece le gemme a legno, appuntite e di un bel verde intenso. La presenza di rami fioriferi ci assicurerà la produzione di frutta, ma non finisce qua. Alcune piante, per loro natura, hanno rami fioriferi sulla vegetazione nuova dell’anno (rami al 1°anno) mentre altri tendono a fiorire sui rami che hanno già un anno d’età (rami al 2°anno) o più.

frutta
Cachi di Misilmeri a casa Acquagrande. Potiamo soltanto uno o due rami basali di quest’albero, ogni anno, per assicurare qualche raggio di luce in più agli strati di piante più basse sotto di lui (rosmarino, pruno del Natal). Questo generoso cachi ci regala almeno 80 kg annui di dolcissimi frutti.

Ecco allora un piccolo decalogo sui rami fioriferi negli alberi da frutto più comuni nei nostri ambienti, sperando possa essere d’aiuto a chiunque impugni un paio di forbici da potatura, quest’anno!

Rami fioriferi al 1° anno

Gelso, cachi, cotogno, sorbo e fico ospitano fiori sui rami nuovi dell’anno. La potatura da effettuare, allora, serve più che altro ad arieggiare la chioma e a stimolare la produzione di nuovi rami. Queste specie si potano in pieno inverno. Meglio togliere non più di 1/5 dei rami, o addirittura non potare per niente, specie se sono fruttiferi utilizzati all’interno di siepi miste (come nel caso del cotogno), o alberi segna-confine (sorbo) o isolati e che non danno fastidio ad altri fruttiferi se la chioma si sviluppa eccesivamente.

Anche il fico d’india fiorifica (e fruttifica) sui rami (dette “pale”) del primo anno. È d’uso eseguire una pesante potatura (scuzzulatura) delle piante a inizio estate, togliendo tutta la nuova vegetazione dell’anno, in modo che si riformi nel periodo più piovoso. Si hanno così frutti più grossi e dolci in periodo tardo-autunnale e invernale, a discapito della produzione estiva.

vite maritata
Vite “Lacrima di Madonna” maritata a un piccolo olivo nanizzato. La vite si estende lungo una siepe di benjes per quasi 10 metri e non viene potata da anni. Raccogliamo in media 40 kg di uva da quest’unica pianta. Bisogna ricordare che la potatura non è l’unica soluzione per avere produzione. Se c’è la possibilità di soddisfare i loro bisogni, molte piante si sviluppano seguendo un andamento naturale e hanno una elevata produttività.

I rami fioriferi di vite e kiwi sono quelli nuovi, dell’anno. In generale evitare tagli sul legno dal 3° anno in poi.

Un caso un po’ particolare è rappresentato dal Nespolo del Giappone. Questa specie fruttifica su piccoli rami del primo anno, corti e che derivano da gemme miste presenti sui rami del 2° anno. Questo accade solo se la chioma è ben formata. Se potato pesantemente, il nespolo tende a fare rami del primo anno lunghi e non fioriferi. I rami del secondo anno difficilmente fruttificao. Importante: il nespolo in inverno è in piena fioritura, si pota in periodo tardo estivo, che è il suo periodo di riposo vegetativo. È anche il momento in cui l’albero rinnova il fogliame. Appena notate parecchie foglie secche ai piedi dell’albero quindi, è il momento di dare una leggera potatura.

rami fruttiferi
Fioritura di Nespolo del Giappone nella nostra micro – food forest urbana. Questo nespolo, che ha un’età ragguardevole, raggiunge il quintale di produzione annua, nonostante sia stato capitozzato 7 anni fa, dai precedenti proprietari. Una volta riformatasi la chioma, con potature ad hoc, i nostri interventi adesso sono minimi.

Rami fioriferi al 2° anno

Il pistacchio, l’azzeruolo e la feijoa, con potatura leggera invernale (o, meglio ancora, nessuna potatura!).

Il melograno spesso tende ad ingannare. Ha rami fioriferi già al primo anno, ma i fiori sono sterili. I fiori fertili si trovano sui rami fioriferi del secondo anno!

I rami fioriferi del nocciolo sono quelli del 2° anno, purchè siamo lunghi di almeno 15-20 cm.

Tutti gli agrumi. Potatura in periodo primaverile (aprile-maggio).

tarocco occidentale
Arancio tarocco occidentale. Ca. 60 kg di produzione annua. Potato dalla chioma secca ogni 2 o 3 anni.

Per le pomacee e le drupacee invece, il discorso si fa serio!
Nelle drupacee (ciliegio, amareno susino, pesco, albicocco e mandorlo) fiorificano su rami dal secondo anno in poi. La cima del ramo ospita sempre una gemma a legno, che produce nuova vegetazione, ma non frutti. I rami più importanti sono i cosidetti “mazzetti di maggio”, laterali e molto corti (1-5 cm) dove si concentra la maggior parte della produzione, che può durare diversi anni.

Nelle pomacee (pero e melo) i rami del primo anno non hanno gemme che vanno a fiore. La produzione comincia abbondante sui rami del 2° anno. Al 3° anno il ramo si ingrossa alla base, ma produce ancora. il 4° anno è quello di fine produzione, ancora presenti le gemme a fiore ma i frutti che si formano da questi rami sono piccoli e di scarsa qualità. In tutto questo, possono essere presenti alcuni rami (misti e brindilli) che non seguono questo andamento e che anno un ciclo di produzione annuale.

rami fioriferi
Rami fioriferi di Pero “Putiri”, un vecchio esemplare vetusto che, in media, ci regala 30 kg di pere l’anno.

Potature e casi particolari

Uno dei casi particolari, nelle colture più comuni, è quello dell’ulivo. I rami del primo anno non hanno gemme a fiore e si presentano dritti verso l’alto. Cominciano ad inclinarsi nel loro primo inverno e…magia… diventano rami fioriferi al loro secondo anno di vita. Su questi rami vi sarà la maggior parte della produzione. Anche i rami del terzo anno producono, in maniera minore. Al quarto anno, la maggior parte del fogliame sul ramo è andata persa e non c’è più produzione. Questo è l’unico ramo che va potato.

Infine, meglio non potare noce, cachi, ciliegio e amareno. Col loro legno tenero e la loro innata appetibilità ai rodilegno, spesso è più controproducente tagliare che lasciar sviluppare la chioma in maniera naturale, andando un po’ a discapito della produzione.

amarene
Amarene, dal nostro boschetto lungo l’orto a lasagna. La produzione oscilla molto negli anni, da pochi kg fino a un massimo di 30. Mai potate.

In generale, nei rari casi in cui l’albero da frutto si generi da seme, potare queste piante è davvero un peccato. Si ha la possibilità di avere alberi molto vigorosi, che si autoregolano perfettamente da se e con una produzione abbondante e continua.

Da buon permacultore, meglio lavorare con, e non contro!

Per approfondire:
Qui un articolo molto dettagliato sulle gemme e i rami fioriferi
Una bella carrellata di arbusti da fiore e relative potature in base ai rami fioriferi
Un ottimo sito con diversi articoli sulle potature

Il vostro caro Totò

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