Food forest a casa Acquagrande. Un anno dopo!

food forest

Dato che Agosto è spesso periodo di progettazione o di analisi e revisioni dei nostri progetti, avevo deciso di mettere qualche foto della Food Forest che abbiamo creato da noi a casa Acquagrande (prov. PA) sui social, in particolare sulla pagina Facebook di Food Forest Italy, ricevendo molte domande e forti feedback, inaspettatamente positivi.
Abbiamo così deciso di arricchire quel post scendendo nel dettaglio, anche sui lati negativi e i piccoli disastri in cui siamo incappati, facendolo diventare un articolo sul blog. Quindi… buona lettura!

food forest


Nata lo scorso autunno da un corso di Giuseppe Sannicandro, su un piccolo uliveto preesistente di 1000 mq. Corso di cui, lasciatemelo dire con una punta di orgoglio, ancora vado fiero. Per la bellezza di quei giorni, per l’enorme mole di “positive vibes” convogliate nel nostro progetto e per i risultati immediati di quei 3 giorni Ad un anno di distanza, tiriamo le prime somme e…sono ottime.

food forest

Tutti e 7 gli strati vegetazionali sono stati inseriti nel posto giusto (e di questo, ci se ne accorge bene solo a posteriori), 3 piante morte su 184, solo due irrigazioni in un anno. Erbacee perenni e bulbose hanno già iniziato a prosperare. Arbustive cresciute da subito, alcune raddoppiate (!), arboree che hanno ben superato il trapianto (quelle da produzione meglio di quelle da supporto), ma che probabilmente cominceranno a vegetare seriamente dal prossimo anno.

food forest

L’inizio però è stato molto in salita. I forti rimaneggiamenti del terreno (immaginate così tante piante in un terreno così piccolo) hanno riesumato Oxalis pes-caprae, pianta alloctona che si è ripresentata dopo anni, tappezzando tutto. Pazienza, abbasserà i livelli di calcio e scomparirà con la ri-stabilizzazione della struttura del suolo. Inoltre l’aver creato dei filari perpendicolari allo scorrimento delle falde superificiali ha….allagato metà della Food Forest a inizio primavera! Con conseguente asfissia radicale e lisciviazione della sostanza organica degradata. Fortunatamente un canale scavato in fretta e furia ha migliorato la situazione, ma alcune piante le abbiamo salvate per il rotto della cuffia.

food forest

E’ ancora presto per comparare le produzioni rispetto agli anni precedenti, ma la salute e la vigoria delle piante preesistenti si nota già ad occhio. E questo giova alla nostra autoproduzione alimentare. Meno parassiti, anzi praticamente quasi assenti in tutta la Food Forest. Le viti si sono arrampicate ovunque, creando connessioni impensabili prima. Piante che non avevano mai prodotto, o prodotto pochissimo, si sono improvvisamente risvegliate! Produzioni più spalmate durante le settimane di maturazione. Diciamo che abbiamo molta più frutta dell’anno scorso 😅

vite maritata

In tutto ciò abbiamo inserito polli (di una razza particolare), con accesso settoriale alle zone, e porcellini d’india. C’è così tanto cibo tra artropodi, erbe selvatiche e scarti di cucina, che per i polli siamo scesi da 80 a 30 gr. di granaglie al giorno ad esemplare, tanto erano sazie. Per i porcellini d’india invece siamo riusciti a chiudere completamente il ciclo, senza nessun apporto esterno al sistema.

food forest

E la compagine sociale?
In un anno abbiamo sfiorato il centinaio di visite. Un fiume di gente che è venuta a trovarci!
Permacultori e aspiranti tali, gente attiva sul territorio, presidenti di associazioni, guide escursionistiche, semplici curiosi, amici che sono venuti a darci una mano. Tante persone e tantissime domande. Mi sono reso conto, in questi mesi, che il solo fatto di destare curiosità e di rappresentare un esempio replicabile per il mio territorio, è una fonte di energia inestimabile nella quotidianità dei lavori ad casa Acquagrande. Un luogo non energivoro, ma che produce energia. E la dispensa a manetta!!!

permacultori Sicilia

Insomma, direi che sta andando tutto parecchio bene!
Il vostro caro Totò

tropicali Sicilia
orto a lasagna

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  1. S T R A O R D I N A R I O

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