Mi sono chiesto negli ultimi giorni quando è cominciato il mio amore per le Moroseta che ho in giardino. In effetti esiste un momento preciso: quando ho letto per la prima volta “Introduzione alla Permacultura”di Bill Mollison. Dopo pochi capitoli mi imbattei nella spiegazione della analisi multifattoriale degli elementi, dove per ogni animale, pianta o struttura vengono presi in considerazione i suoi bisogni, i suoi fattori fondamentali e i prodotti che da esso si ricavano (ne abbiamo parlato bene qui). E la figura utilizzata per schematizzare bene questo concetto era proprio quella di un pollo. Da una gallina di razza Amburgo partivano moltitudini di frecce che entravano (bisogni), uscivano (prodotti) o erano biunivoche (fattori). E tra quest’ultime mi soffermai soprattutto su un fattore che mi sembrò da subito sottovalutato. La razza!

Avendo il pallino dell’allevamento praticamente da sempre, avevo allevato varie razze di polli, con risultati deludenti (a volte MOLTO deludenti). Le livornesi erano davvero selvatiche e incontenibili in spazi piccoli. Marans e Isa Brown impegnativi a livello di alimentazione (si scofanavano il mondo!). E tutte e tre le razze non producevano pulcini, essendo ovaiole spinte. Le Brahma troppo pigre e poco produttive, le Cocincine troppo volatrici e scavatrici, nonostante l’apparenza. Poi arrivò per caso un trio di Moroseta in giardino a casa Acquagrande…

…erano perfette!
Intuii subito che erano animali ben gestibili in ambienti piccoli e familiari, che necessitavano di poco e da cui si poteva ricavare tanto. E tutto ciò era legato al fatto che, essendo una razza particolare, possedevano molte caratteristiche fisiche e caratteriali che erano ideali per inserirle, come elemento in Permacultura, per ciò che cercavo di fare: un piccolo pollaio di galline allevate in modo rigenerativo. Che si alimentassero con pascolo settoriale, ma senza devastare il suolo. Capaci di alimentarsi rovistando nella compostiera e coi cereali prodotti da noi, che si acchiocciassero ogni tanto e che permettessero anche una nostra autosufficienza alimentare (uova). Le Moroseta nel nostro giardino erano ideali, per tutta una serie di caratteristiche che solo questa razza possiede e che abbiamo schematizzato in questo articolo:

Piumaggio setoso (o serico)
Tutti gli uccelli, galline comprese, hanno una struttura delle piume formata da un rachide centrale a cui si agganciano dei filamenti flessibili, chiamate barbule. Queste barbule sono ricoperte da uncini, chiamate barbule, che si agganciano tra di loro e rendono la piuma compatta, anche se incredibilmente elastica. Quando gli uccelli si lisciano il piumaggio non fanno altro che riagganciare le barbule tra loro passando il becco lungo il rachide.
Nelle Moroseta la selezione genetica umana ha favorito l’assenza di barbule, per cui le penne e le piume hanno un aspetto “vaporoso” e non compatto, quasi un batuffolo su due zampe. Questo influisce tantissimo sulla capacità di questa razza di svolazzare. Le ali e la coda, dall’aspetto sfibrato, non riescono ad avere la portanza necessaria ad alzare un corpo in aria. Questo si traduce in….un’enorme risparmio in termini di recinzioni. Le nostre Moroseta in giardino, quando sono libere al pascolo, vengono gestite con una recinzione alta ca. 70 cm. Sembra incredibile, ma hanno enormi difficoltà a scavalcarla e questo è per noi un enorme valore aggiunto. Infatti, riusciamo a contenerle nella zona dove vogliamo che pascolino (orto, food forest, oppure prato) senza che sconfinino per mangiarsi le nostre lattughe o mettendosi in pericolo.

Dito in più (pentadattilia)
Un’alterazione del gene SHH, che forma le dita nelle zampe posteriori dei vertebrati, aggiunge un dito in più nelle zampe delle Moroseta. Quindi quando le vostre Moroseta passeggiano in giardino, non lo fanno su 4 dita, ma su 5!
Cosa comporta la presenza di un dito in più? Una minore propensione allo scavo. O meglio, nonostante anche le Moroseta amino razzolare, non riescono a rompere la cotica erbosa di un prato, proprio perché questo 5° dito rende impacciati i loro movimenti di scavo. E questo è un enorme guadagno quando le nostre galline rovistano nel compost senza buttare tutto all’aria, o quando permettiamo loro di entrare nell’orto per mangiare gli insetti parassiti, senza poi trovare dei crateri nella terra soffice dei bancali!!!

Moroseta in giardino: Docilità
Hanno più o meno l’aggressività di un peluche. Sono ottime galline da compagnia, indicate soprattutto per persone anziane e bambini, Nostro figlio è cresciuto praticamente razzolando in mezzo a loro e ai pulcini di Moroseta che nascevano in giardino e che svezziamo a casa. Sono animali tranquilli e pacifici, che possono anche accontentarsi di spazi molto piccoli rispetto alle altre razze di galline, proprio perché il loro livello di aggressività è molto basso. Questo consente, teoricamente, anche di tenerne più esemplari su superfici più piccole, anche se personalmente non è nelle nostre corde. Alleviamo con etica e rispettiamo il benessere al meglio che possiamo.

Look (e pelle nera)
Inutile dire che sono galline che non passano inosservate. Il fatto di avere piumaggio setoso e colorato, ciuffi, barba, nonché gli orecchioni di un bel colore azzurro, attira subito lo sguardo di chiunque venga a trovarci. Se poi aggiungete a questo il fatto che le nostre Moroseta in giardino sono estremamente confidenti e quasi ti saltano in braccio…il gioco è fatto. Sono quindi ottime in un contesto di divulgazione ambientale, fattoria didattica, educazione alla Permacultura. Fanno colpo e permettono di spiegare tante cose.
Inoltre nella selezione di questa razza si è fissato il gene della fibromelanosi, che rende la pelle e le ossa nere o bluastre. Questo fattore le rende polli ricercatissimi nella cucina orientale, dove la loro carne è ricercata e ben pagata. Non è un aspetto che abbiamo preso in considerazione, ma lo inseriamo lo stesso tra le peculiarità, non sia mai che a qualcuno possa tornare utile…

Moroseta in giardino: Rusticità
Per concludere, sono galline rustiche: non soffrono assolutamente il freddo e resistono relativamente bene anche al caldo. Trovano facilmente cibo in autonomia e sono delle ottime pascolatrici. Producono dalle 100 alle 150 uova l’anno, di dimensioni medie. Non da sottovalutare, si acchiocciano con monotona regolarità e sono delle ottime covatrici. Quindi per chi vuole rendersi indipendente nella produzione di soggetti propri, le Moroseta sono un’ottima alternativa. Inoltre, possono essere utilizzate per far nascere pulcini di altre selezioni, ovaiole o da carne, data la facilità con la quale portano avanti le covate.

Ovviamente esistono anche delle controindicazioni. Non sopportano bene i climi piovosi e i luoghi molto umidi, dato che il loro piumaggio si inzuppa molto facilmente (ma le nostre, ad esempio, amano stare sotto la pioggia fino a diventare completamente zuppe). Inoltre, sono galline molto impacciate e difficilmente riescono a sfuggire a un predatore (volpe, cane randagio, poiana).
Detto ciò, mi auguro che questo articolo sia utile a chiunque voglia cimentarsi nell’allevamento di polli su piccoli spazi. Le Moroseta sono davvero indicate per un piccolo pollaio familiare, anche solo tenendo pochi capi in giardino. Noi operiamo su una piccola estensione e abbiamo considerato di non allevare più di 8-10 galline. Finora siamo riusciti a farle rientrare in un sistema “quasi” perfetto in cui si integrano davvero bene con tutto ciò che è produttivo, oltre a farsi davvero amare per il loro carattere e la loro docilità.
Il vostro caro Totò

Per saperne di più sulle Moroseta (ENG)
vedi qui e qui
Per leggere di Moroseta in Permacultura (ENG) vedi qui
Per saperne di più sull’analisi degli elementi (e in particolare delle galline) (ENG) guarda qua

Salvatore Bondì
Naturalista, specializzato in Biodiversità ed Evoluzione.
Ornitologo. Permacultore. Bighellone per necessità.
Ciao,
Complimenti per l’articolo innanzitutto!
Ti scrivo perché dopo 2 livornesi mi sono imbattuto per caso in 4 pulcini moroseta che alleviamo in libertà diurna e in camera da letto nostra la notte.
Ma mi chiedevo forse è un po’ troppo presto per lasciarli razzolare liberi visto che hanno solo un mese e mezzo?
Grazie e buon allevamento!
Jean
Ciao, grazie per l’apprezzamento. È una razza molto rustica, quindi puoi metterle tranquillamente al pascolo già da ora, con le dovute accortezze!