L’autunno è una seconda primavera, qui in Sicilia. Probabilmente anche per via delle bellissime fioriture di Dittrichia viscosa, che in pieno ottobre tingono di giallo gli incolti e i bordi stradali. Comunissima come pianta ruderale, questa specie però viene ostinatamente combattuta con tutti i mezzi. Come può una pianta così bella e utile essere tanto odiata dagli agricoltori tradizionali?
Chiamata “pilucaria” in dialetto isolano, per via della forte tomentosità delle foglie che appaiono pelose, Dittrichia viscosa è un concentrato di utilità in un’unica, sola bellissima specie. Germina con estrema facilità su terreni poveri e fortemente lavorati, sassosi, in forte pendenza, pesanti, compattati. Insomma, germina ovunque. A casa Acquagrande ce l’abbiamo pure sul tetto della nostra cappella! Tra tutte le perenni infatti, è la prima ad attecchire dopo le lavorazioni meccaniche, e presenta una resistenza pari solo al suo apparato radicale, che è davvero spropositato!
Perché questa pianta è così importante?

Perché è ottima per la lotta integrata alla mosca olearia!
Ma come avviene tutto ciò? Discorso complesso. Dittrichia viscosa è afflitta da un dittero: una piccola mosca (Myopites stylata) che crea delle galle sui suoi fiori. Terminata la fioritura, le galle si seccano e permettono alle Myopites di passare l’inverno al suo interno, fornendole calore e protezione. Ma a passare l’inverno al sicuro, assieme alle Myopites vi è anche il loro parassita: Eupelmus urozonus. Questi è un minuscolo imenottero simile a una piccola vespa, che si nutre a spese di tantissimi ditteri dannosi all’agricoltura, colpendo soprattutto le larve. A primavera le galle si dischiudono e gli Eupelmus (che si sono mangiati tutte le Myopites) sfarfallano via, andando a colpire un altro insetto dannoso: Bactrocera oleae, la mosca dell’olivo. Si è visto che durante tutta la primavera e l’estate, questo parassita riesce a contenere le infestazioni di mosca dell’olivo fino all’80%. Al sopraggiungere dell’autunno, questo insetto parassita ritorna dentro Dittrichia viscosa, passandolo al sicuro nelle galle delle Myopites. Quindi per gli olivi, la presenza della Dittrichia è una benedizione!

Perché aiuta la biodiversità!
Dittrichia viscosa può agire come pianta insettaria, in quanto è in piena fioritura da fine estate a metà autunno, quando in giro non c’è molto. La pianta in fioritura non si risparmia mica e con le sue risorse di nettare e polline, attrae (e possibilmente mantiene in loco) una popolazione di artropodi benefici che vengono impiegati in agricoltura biologica. Avete mai visto quante api ronzano attorno alle sue infiorescenze? Oltre a imenotteri solitari, coleotteri, farfalle e falene notturne. Insomma, una vera mano santa per gli impollinatori.
Perché aiuta le api a combattere la Varroa!
Le foglie infatti contengono un acido caustico, il Coprinolo, che è un potente acaricida. Si è scoperto tramite gli apicoltori dell’isola di Creta, che utilizzavano fasci verdi di Dittrichia viscosa alla base degli alveari colpiti da infestazioni di Varroa. Le foglie fresche infatti sono un concentrato di sostanze chimiche ottime, ma che non danno fastidio alle api.

Perchè è un potente erbicida naturale!
Gli estratti acquosi e organici di foglie e fiori di Dittrichia viscosa sono un potente inibitore di crescita per crucifere e asteracee. Studi pilota effettuati su cardi, lattughe selvatiche, ravanello e ruta hanno dimostrato come la germinabilità di queste piante arriva a decrescere fino al 93%, se il terreno viene irrorato con queste sostanze. Fusti e radici invece, non presentano proprietà allelopatiche, quindi la pianta convive tranquillamente con tutte quelle che le mettete accanto.
Perché protegge le scorte alimentari di legumi!
Il macerato di Dittrichia viscosa conteine inuloxina, ottimo repellente per gli insetti. E’ stato dimostrato funzionare perfettamente contro il tonchio del fagiolo, piccolo coleottero che attacca questo legume. Il macerato ha effetti su tutte le fasi vitali di questo insetto, agendo soprattutto sugli adulti e inducendo sterilità. Anche questo è stato scoperto casualmente, dall’osservazione empirica dei contadini che usavano poggiare fasci di Dittrichia sopra i sacchi che contenevano legumi e cereali per allontanare insetti e pidocchi.

Inoltre è utile per il fitorisanamento in suoli contaminati, visto che funge da “fitoestrattore” e “bioaccumulatore” su suoli contaminati, oltre a tollerare alte concentrazioni di oligoelementi. D. viscosa può agire anche come “fitostabilizzante” in suoli altamente contaminati dove nessun’altra pianta riesce crescere.
Insomma, immagino che dopo quest’articolo guarderete la Dittrichia viscosa con occhi differenti. Soprattutto, ditelo a chi si ostina ad estirparla!
Il vostro caro Totò.

Salvatore Bondì
Naturalista, specializzato in Biodiversità ed Evoluzione.
Ornitologo. Permacultore. Bighellone per necessità.
Grande! Grazie per il notevole e utile articolo. Ottima per medicare le ferite. Ne tengo sempre qualcuna vicino casa.
Tante informazioni interessanti! Come sempre.
Quindi è importante non tagliare gli steli secchi prima dell’inverno, altrimenti il parassitoide Eupelmus urozonus non ha le galle dove svernare
Ciao Peppe! Sì, vale la pena “gestirla” solo dopo l’allegazione dei frutti sull’olivo.
Ho allontanato le persone che volevano estirpare poiché emana un piacevole profumo che riempie le narici di contatto con ottobre gioioso e autunnale …cresce spontaneamente nel mio vigneto e mi regala una allegra sensorialita’