Ogni continente ha il suo “Rainbird”, l’uccello il cui canto o la sua comparsa preannuncia l’arrivo della pioggia. In Africa è il Cuculo di Burchell, in America il Cuculo beccogiallo, in Australia il Koel orientale (un altro cuculo). E noi poveri europei, che abbiamo solo due specie di cuculi e per di più solo in primavera?
Beh, noi abbiamo il fringuello!
Questa estate, lavorando a “La piccola casa nel bosco“, asilo in outdoor education inserito in una delle grandi pinete che circondano Palermo, abbiamo avuto la fortuna di sentire il famoso “rain call” del fringuello, il cosiddetto verso della pioggia. Diversi maschi, in posizione ben visibile, emettevano un richiamo metallico e ripetitivo “tri…-tri…-tri…”, ben diverso dal loro verso d’allarme o dal canto articolato di questa specie.
Non si è ancora riusciti a dare un chiaro significato al rain call del fringuello. Viene emesso dai maschi, principalmente durante il periodo riproduttivo, quando gli animali sono allarmati o infastiditi. A questo trillo così caratteristico è stato affibbiato il nomignolo di verso della pioggia, perchè di solito viene emesso sopratutto in condizioni di forte nuvolosità, alta umidità dell’aria, calo delle temperature, insomma poco prima che piova. Tutte condizioni che in realtà non facilitano la propagazione dei suoni. Forse quindi un trillo monotono e dalle frequenze molto corte riesce a propagarsi meglio in questi casi? Boh! Rimarrà un mistero per molto ancora. Sta di fatto però che il rain call ha stimolato la curiosità di parecchi ornitologi.

Il fringuello non è l’unica specie a cui sono state affibbiate doti metereologico-divinatorie. La cultura popolare utilizza molti dei nostri uccelli per predire l’arrivo della pioggia, una incombente nevicata, o l’approssimarsi della nuova stagione.
Un esempio lampante è il rondone comune. Questi uccelli dalla biologia così particolare sono volatori eccellenti e si nutrono di aereo-plankton, cioè tutta quella massa vivente di afidi, moscerini, zanzare, ragnetti, sospesi in balia delle correnti e del vento. Durante il periodo di nidificazione i rondoni si spostano anche di un centinaio di chilometri per trovare le zone di caccia migliori, anticipando spesso i fronti temporaleschi. Un muro d’aria a bassa pressione infatti, spinge e concentra innanzi a se tutto il particolato atmosferico e le micro-forme di vita aeree, portandole giù. Quando vedete nugoli di rondoni volare a bassa quota, concentrati di fronte ad un muro di nuvoloni minacciosi, vuol dire che sta arrivando un forte acquazzone. Loro mangiano, voi correte a prendere l’ombrello!

Nella vita di campagna, le Gru e i Pettirossi (e in Sicilia anche le enormi nuvole di Storni comuni e le Pavoncelle) preannunciavano la fine della bella stagione e l’arrivo del freddo, a volte anche della neve. Tant’è che le Pavoncelle vengono chiamate “Nivarole” in dialetto siciliano. Sono tutte specie migratrici a corto raggio, che rimangono in Europa anche durante l’inverno, ma utilizzando le latitudini più basse, in particolare le coste del Mediterraneo.
Le Marzaiole (da cui il nome) e i Capovaccai invece annunciavano l’arrivo imminente della primavera. Migratori a lungo raggio, arrivano dall’Africa proprio all’inizio della bella stagione, in risalita verso l’Europa. Il capovaccaio è infatti chiamato “Pasqualino” dalle culture locali.

Anche le comuni galline sono degli ottimi barometri!
La tradizione contadina afferma infatti che sotto la pioggia torrenziale le galline si spulciano e lavino via polvere, detriti e parassiti. Se rimangono immobili sotto gli scrosci d’acqua, vuol dire che pioverà ancora per molto. Quando invece l’acquazzone sta per finire, corrono a ripararsi. Mah, valle a capire!
Il vostro caro Totò

Salvatore Bondì
Naturalista, specializzato in Biodiversità ed Evoluzione.
Ornitologo. Permacultore. Bighellone per necessità.