In quest’ultimo decennio l’orto casalingo sta riscuotendo sempre più successo. Innumerevoli le cause: una maggiore consapevolezza verso la qualità del proprio cibo, un interesse maggiore all’autoproduzione o semplicemente perché coltivando la terra si coltiva anche la felicità, come scriveva Pia Pera in Giardino & Orto terapia. Gli orti casalinghi hanno le medesime necessità di un qualsiasi orto convenzionale, ma rappresentano una caratteristica che spesso rappresenta una bella sfida: tutto è miniaturizzato alla piccola o piccolissima scala.
Un vero orticoltore può essere in grado di ricreare perfettamente tutti quei cicli naturali che gli permetteranno di avere del cibo sano, di fare del moto (che non guasta mai!) e di ritrovare quel contatto con la terra di cui sempre di più la gente ha bisogno! Tutto ciò anche grazie alla incredibile quantità di info sul web. Uno dei principi applicabile all’orto, preso direttamente dal mondo della Permacultura, è senza dubbio quelli dei sistemi di autosufficienza. Creare un modello in cui gli elementi che lo compongono siano intrinsecamente legati tra loro. La presenza di uno permette agli altri di esistere all’interno del sistema in permacultura. Gli scarti dell’altro sono ri-utilizzabili e spesso preziosi per permettere agli altri elementi di crescere e prosperare.
Il modello più semplice da realizzare è indubbiamente:
Orto -> scarti vegetali -> animali (consumatori primari) -> letame -> Orto

Come facciamo però, nel caso di un orto in miniatura come
quello di casa o di ambienti urbani? Non possiamo mica mettere una capra in
balcone, a cui dare tutti i resti dell’orto (ah no?!!?).
Ecco arrivare in nostro soccorso un animale da compagnia che è sempre stato
sottovalutato e che, nonostante le sue innumerevoli qualità, non ha mai preso
piede nelle nostre case: il Porcellino d’India!
La cavia (Cavia porcellus) o Porcellino d’India, è una specie di origine andina e che ha trovato largo impiego e diffusione in tutto il mondo. Viene utilizzata a scopi alimentari, come produttore di biogas, come animale da laboratorio e, non ultimo, come pet o animale d’affezione. Animali veramente rustici, hanno bisogno di poche semplici accortezze per vivere bene e prosperare. Ma il lato nascosto dei Porcellini d’India non è nella loro indole pacifica, né tantomeno nella dieta semplice e ampia. No, è un segreto di mer…avigliosa natura: la cacca!
Basta tenerne uno in una gabbietta pulita per notarla subito: nel giro di poche ore la lettiera sarà costellata di decine di piccole feci dalla forma simile ad arachidi, compatte e praticamente inodore.
Nel mio eco-giardino sono arrivato ad avere anche una ventina di soggetti e in effetti…raccoglievo vagonate di letame! Basti pensare che, da fonti inerenti la produzione di biogas , un solo esemplare deposita ca. 38 kg di feci all’anno. E ricordiamo che un Porcellino d’India raramente supera il chilo e mezzo di peso. In effetti mangiano tanto, tutta questa roba la dovranno pur smaltire!

Nonostante esistano vari tipi di letame utilizzabili per gli orti, quello che viene in mente meno frequentemente, sebbene altrettanto utile, è l’uso di quello di Porcellino d’India. Il loro letame è facilmente utilizzabile e adatto anche al compostaggio domestico. Gli escrementi sono prodotti in pellet, come quelli dei conigli. Pertanto, possono essere usati più o meno allo stesso modo in giardino, aggiungendoli direttamente al terreno senza la preoccupazione di bruciare le giovani piantine, oppure compostandolo. Io ho scelto sempre la seconda opzione, aggiungendolo al compost con tutta la lettiera, in modo da ottenere anche un terriccio maturo ricco in carbonio. In genere l’ho lasciato riposare per almeno 6 mesi.

Alcuni permacultori utilizzano il letame di Porcellini d’India nei loro approcci (link in fondo alla pagina), in quanto è uno tra i più ricchi in contenuto di azoto e fosforo, assieme a quello di coniglio. Il suo utilizzo a freddo, inoltre, spargendolo direttamente al suolo senza passare per forza dalla compostiera, ne rappresenta un ulteriore vantaggio. Esistono anche pratiche soluzioni casalinghe, come gli hotbin che permettono una facile gestioe del letame in ambienti urbani, basta una terrazza o un balcone. Si può inoltre sfruttare anche come “compost tea”, immergendolo in acqua e poi usando la soluzione diluita per irrigare le piante dell’orto. Nel mio caso ho semplicemente usato un cassone come compostiera, svuotandovi la lettiera quando era piena. La parte “verde” è composta da urine e feci mentre la parte “marrone” (quella che deve arricchire in carbonio) è composta dalla lettiera stessa (che è in cippato, o trucioli o segatura) e dagli scarti del fieno. Ogni tanto ho aggiunto qualche scarto di cucina e l’ho lasciato riposare per un’anno, coperto da uno straterello di paglia che toglievo e rimettevo ogni volta che aggiungevo lettiera. Dopo 6 mesi l’ho girato e dopo 12 l’ho utilizzato. Nel frattempo però ho riempito un altro cassone di feci (ma va?!!?). L’ho testato su del basilico a foglia di lattuga ed ha funzionato alla grande. 16, kg di Foglie per sole 5 piantine. Ha fatto molto bene anche ad una Pomelia rachitica che avevo in vaso. Penso che abbia livelli di azoto davvero alti, perchè le piante trattate con questo concime hanno una crescita fogliare davvero notevole. Idem le erbe spontanee attorno alla compostiera col letame fresco….borragine grossa e abbondante.

Ovviamente non è utile solo alle piccole realtà orticole. Essendo un letame molto versatile, è facilmente utilizzabile anche in grandi appezzamenti. In questo lavoro scientifico hanno utilizzato urea e letame di cavie su un sistema di coltivazione di colture tropicali per piccoli agricoltori, in una valle semi-arida in Ecuador. Si trattava di un sistema di agricoltura irrigua intensiva, massicciamente fertilizzato in maniera chimica (fino a 400 kg di fertilizzazione minerale per ettaro). Per ovviare a tutti i lati negativi dell’utilizzo di composti sintetici nelle coltivazioni, si è provato con 200 kg di urea o letame (o entrambi) di porcellino d’India, valutando la biomassa microbica e la respirazione basale in diversi intervalli di tempo. Si è visto che l’urea ha indotto già alla prima settimana un’accelerazione della mineralizzazione della sostanza organica del suolo (SOM) dando quindi un immediato effetto positivo. L’uso combinato di urea e letame ha aumentato la biomassa microbica e fornito azoto minerale favorendo l’assorbimento immediato da parte della pianta. Inoltre, l’uso del letame ha indotto un rilascio di nutrienti efficiente e prolungato per tutta la stagione di crescita delle colture.
Sintetizzando, perché scegliere dei porcellini d’India come valido ausilio ai nostri piccoli (o grandi) agroecosistemi?
- Sono abbastanza longevi per essere dei roditori, relativamente calmi e poco paurosi se abituati in un contesto familiare,
- Salvo poche eccezioni, mangiano praticamente tutti gli scarti vegetali di un orto ed hanno inoltre un appetito davvero insaziabile!
- Sono animali facili da riprodurre e di poca necessità,
- In Italia non è più una pratica consueta, ma possono anche essere utilizzati come fonte di proteine in un progetto di autoproduzione e autosufficienza alimentare,
- Il loro letame è davvero prezioso e di facile gestione.
- Sono animali davvero adatti ai bambini, affettuosi e pacifici. Purchè lo siano anche i bambini!

Bisogna però tenere bene a mente che:
- Sono animali che non sintetizzano la vitamina C, quindi devono avere una dieta opportunamente bilanciata su questo elemento (bastano 20 gr di peperone o di prezzemolo al giorno per soggetto, o 30 gr di rucola, o 35 di kiwi, oppure mezza arancia)
- Mangiano dai 100 ai 150 gr. di cibo fresco al giorno, che possono essere rappresentati in toto dagli scarti dell’orto, purchè varino frequentemente. Importante: fieno sempre disponibile! Per chi ha un piccolo giardino, basta seminare delle graminacee, tagliarle periodicamente e lasciarle a seccare per ca. 10 giorni.
- Tenere una coppia M/F assieme significa avere continuamente gravidanze in attivo. Questo ovviamente non va bene perché la salute della femmina ne risentirebbe immediatamente. Basta prendere una coppia dello stesso sesso, o tenere un maschio sterilizzato!
- Ci sono davvero tanto cavie in adozione in giro per l’Italia!!!
Possono essere inoltre utilizzati come “guinea pigs tractor”, creando un recintino mobile in maniera tale da lasciarle per un paio d’ore al giorno libere sui prati o ai margini dell’orto. Sono dei tosaerba naturali davvero meticolosi! E rappresentano quindi anche un metodo di gestione delle erbe indesiderate.

E poi hanno una personalità davvero irresistibile!
Il vostro caro Totò
Per saperne di più
https://www.abc.net.au/gardening/factsheets/food-for-the-soil/9435302
https://permaculturenews.org/2017/10/20/manure-overview-shining-addition-garden/
https://www.gardeningknowhow.com/composting/manures/guinea-pig-manure.htm

Salvatore Bondì
Naturalista, specializzato in Biodiversità ed Evoluzione.
Ornitologo. Permacultore. Bighellone per necessità.
Super!
Poi, con una modella così…vuoi mettere?!!? 😀
La foto principale delle mie due teddy dove l’hai trovata ?
L’ho fatta io 🙂 A proposito, come stanno?
Molto interessante, da domani metterò in pratica i tuoi consigli!
Ciao, molto molto interessante!!!
a priori credo che li prenderò per il compost per il mio orto sinergico di 60 mq circa
volevo chiedere, per caso i porcellini d’india si nutrono anche di lumache?
Ciao! No, sono STRETTAMENTE erbivori. Non si nutrono nemmeno di granaglie, in quanto il loro intestino è capace di processare solo fibre. Quindi vegetali a gogò 🙂
Grazie, avevo il dubbio se usare le feci della nostra cavietta per “ingrassare” il nostro orto, ora so che si può! Passeranno prima dalla compostiera e poi… letame a volonta! 😀
Ciao! Bel sito! Qua da noi in Calabria, nelle zone interne, e ancora popolari, si allevano anche per la carne. Il loro nome dialettale è “sporcigghiu”. Questo è anche l’uso che se ne fa in Sudamerica dove questa specie è stata addomesticata. Da noi per allevarlo si usava una piccola stanzetta, o un vano nella stalla o ancora delle semplici gabbiette simili a quelle dei conigli. Adorano le graminacee anche quando sono molto fibrose, non amano i cavoli e le brassicacee in generale. Possono addirittura mangiare erbe molto coriacee come le canne e il saracchio! Se si da foraggio verde non penso si corra il rischio di avere carenze vitaminiche, infatti anche l’erba contiene vitamina C. La carne è saporita, una via di mezzo tra il coniglio e il pollo, ottima con i peperoni e al forno (a mo’ di piccola porchetta). Si pulisce in maniera simile al maiale, o al pollo, ovvero immergendo l’animale macellato brevemente nell’acqua bollente per pulire i peli che verranno via facilmente. Poi rifinire il lavoro con una fiamma e un coltello. È un animale molto tranquillo e resistente alle malattie, ma se scappa dai recinti o dalle gabbie è facile preda per volpi, cani e altri predatori, non penso si corra il pericolo che si inselvatichisca!