Benchè Saturi di Natura sia una piattaforma online, un flusso di nozioni in quel luogo – non luogo che è il web, la maggior parte degli articoli si fonda su esperienze reali e concrete, esperimenti e osservazioni de visu in un posto fisico che è…. Casa Acquagrande!
La storia di Casa Acquagrande è comune a molte case nate nel boom economico degli anni ’60. Comprata a pochi spiccioli da mio nonno, nasce da un piccolissimo rudere con un giardino a frutteto di 1.000 mq. Il rudere faceva parte di un’antica borgata che ruotava attorno ad un latifondo siciliano, il “feudo S.Francesco”. La casa è stata ingrandita per ospitare tutta la famiglia nel periodo estivo, rendendola economicamente ed energeticamente dispendiosa (incredibilmente dispendiosa!).
Quando, dopo un salto generazionale, la gestione del giardino è toccata a me, ho potuto toccare con mano il concetto di “deserto biologico”. Anni ed anni di biocidi chimici e pesanti lavorazioni del suolo avevano reso sterile il terreno, azzerato la vita animale e vegetale, resi malaticci i pochi alberi stentati. Tutto si era ridotto a una landa di argilla con grossi problemi di ristagno.

Eppure la zona aveva un enorme potenziale. Casa Acquagrande si trova sulla valle del fiume S.Leonardo, uno dei luoghi più ricchi di fauna e storia di tutta la provincia di Palermo. Nonchè al confine della Riserva Naturale Orientata “Pizzo Cane, Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto“. E’ inoltre zona ricca d’acqua (ma và?!!?) e inserita in un mosaico di vecchi contesti di autosufficienza alimentare, ormai del tutto scomparsi. Dovevo solo rimboccarmi le maniche e prendermi la responsabilità di curare il mio pezzettino di pianeta.
E i risultati sono stati immediati!
Applicando prima la “filosofia eco” e la Permacultura poi, Casa Acquagrande si è subito ripopolata di fauna e di flora selvatica, installando incredibili relazioni proficue con l’orto e il giardino e permettendomi di godere del mio luogo con la compagnia di altre mille forme di vita, essere vivente tra gli esseri viventi. Utilizzando cassette nido, creando rifugi e gestendo la flora selvatica , si è ricreato un ecosistema relativamente sano in tempi davvero rapidi.

Ad oggi la sfida è quella di renderla energeticamente indipendente da un punto di vista casalingo (pannelli solari, impianto di fitodepurazione, ecc…) e di creare autosufficienza alimentare (polli, conigli, uno o più orti, una piccola food forest) di modo da essere liberi e svincolati da questa folle corsa verso un’economia suicida.
Il passo successivo, sarà quello di trasformarla in un centro di ecologia permanente: Eco-Casa Acquagrande!
Ma per questa storia ci vorranno ancora un po di anni 🙂
Il vostro caro Totò