La Chiesazza di Altavilla Milicia e la foresta scomparsa!

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Stiamo vivendo un’estate meravigliosa. Lontani dalle masse, specie quelle turistiche che tanto abbrutiscono il mondo, godiamo di un mare poco frequentato e di una splendida campagna ombrosa e alberata. Un lusso per pochi. E proprio sopra il nostro ameno luogo estivo, un po’ nascoste dai fichidindia su una collinetta che domina il golfo di Termini Imerese, fanno capolino le antiche mura di una costruzione normanna: la Chiesazza di Altavilla Milicia. Da tempo ci eravamo prefissati di andarla a visitare. Quest’anno, malarmati di sandali in un umido pomeriggio, abbiamo dato la scalata alla collina, arrivando agevolmente alle enormi mura ciclopiche che da anni guardavano dall’alto i nostri bagni a mare.

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La Chiesazza di Altavilla Milicia, vista dal lato ovest

La Chiesazza di Altavilla Milicia è diventato immediatamente uno di quei luoghi del cuore che mi evocano sensazioni forti. E la parola per descrivere le tante emozioni che ho vissuto in questa escursione è senza dubbio “incredibile”.

La Chiesazza di Altavilla Milicia: una lunga serie di “incredibile”…


È incredibile che questa chiesa sia così antica. Mentre camminavamo con mio figlio e il cognato Nicco, tra piante di cappero centenarie e blocchi perfettamente scolpiti, l’aria che si respirava era proprio quella di un luogo antico e che ha vissuto in maniera immota le tante epoche della nostra Sicilia. Fondata presumibilmente poco dopo l’anno 1000 d.C. (forse 1068) dai primi normanni, significa che la Chiesazza di Altavilla Milicia ha quasi un millennio di vita. Significa che mentre la Sicilia era dominata dagli arabi, che la rendevano un giardino profumato e ricco di acque, i discendenti dei vichinghi, partiti dalla Normandia arrivavano proprio su queste coste. Riportando la cristianità in queste terre che allora dovevano essere islamiche.

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Il panorama dalla chiesazza, con Monte Catalfano e la piana di Bagheria sullo sfondo.

È incredibile che la Chiesazza di Altavilla Milicia sia stata costruita proprio là. In un punto strategico per la visuale sul golfo di Termini, ma dove non c’erano insediamenti umani da diversi secoli. Solunto, la città più vicina, era caduta in rovina attorno al 30 d.C. ed era disabitata da tempo. Erano passati mille anni senza che quel tratto di costa vedesse l’opera dell’uomo. E la natura si era ripresa tutto.

All’inizio di quel millennio lo storico geografo arabo Idrisi aveva cartografato la zona, ma oltre a Trabia (il mio paese, wow!) e Termini Imerese, non avea aggiunto altro, fino a Palermo. O meglio in quella zona abbandonata da un millennio vi era una enorme foresta. La foresta di Bacharia. Un’area verde e boschiva, di cui oggi non rimane più traccia, per una intensissima azione di disboscamento durata fino a pochi secoli fa. Oggi l’attuale Bagheria è una città da diverse decine di migliaia di abitanti. Cosa succederebbe se venisse abbandonata per alti mille anni?

…davvero lunga…


È incredibile quanto questa chiesa sia grande (Chiesazza, appunto!). Nonostante si intraveda dalla costa, guardando a sud, e dall’autostrada appena dopo lo svincolo di Altavilla, bisogna proprio recarsi ai suoi piedi per rendersi conto di quanto siano ciclopiche le sue mura. Blocchi enormi di calcarenite, che devono essere stati trasportati dalla costa con uno sforzo immane. L’interno doveva essere davvero ampio a giudicare dalla pianta che si intuisce ancora molto bene. E anche la cripta, che siamo riusciti a visitare, era considerevole, a giudicare dagli spazi.

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Particolare delle mura

E’ incredibile come questa chiesa sia raggiungibilissima, ma fuori da ogni itinerario turistico, archeologico o che valorizzi un minimo il territorio. E’ adiacente all’autostrada, accanto alla statale 113 e vi si posteggia praticamente sotto. Non c’è che da fare un sentierino di poche centinaia di metri. E a proposito di strade, è ancora una volta incredibile che da questa chiesa, fortificata praticamente come un’avamposto, siano state riprese vie e strade che erano state abbandonate dall’epoca dei Romani. Proprio sotto la Chiesazza di Altavilla Milicia, infatti, sorge un bellissimo Ponte Saraceno. Saraceno ( e quindi arabo), solo di nome. Il basamento, infatti, è romano ma con arco a schiena d’asino normanno (quindi vichingo!).

ponte saraceno
Ponte Saraceno sul torrente Cannemasche

…e proprio sul finire…

Se da un lato questo ponte collegava le strade ad ovest per arrivare fino a Palermo tramite l’antica via romana Valeria, dal lato est doveva abbarbicarsi su per i monti di Trabia, che sovrastano la Chiesazza di Altavilla e dalla quale si vede un bellissimo scorcio proprio dalla chiesa stessa. I viaggiatori di quel tempo dovevano attraversare una Sicilia fittamente boscata, ancora parecchio popolata da lupi e cervi, ricchissima d’acqua e di biodiversità. Che meraviglia sarebbe poter avere una macchina del tempo e visitare le mie zone in quel periodo così florido di vita.

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i Monti di Trabia

E mentre eravamo là, a goderci un tramonto da cartolina, col vento caldo e mio figlio (giuiuzza!) che cantava in mezzo alle mura millenarie, un’intuizione mi ha folgorato!
Questa primavera, in una memorabile escursione con un gruppo di aspiranti guide alla riserva di Pizzo Cane, una delle sorprese più grandi era stata questa che si vede nella seguente foto. I violenti acquazzoni dei giorni precedenti avevano riportato alla luce l’antico basamento del sentiero che stavamo percorrendo, ricalcato su parte della regia trazzera che da Altavilla Milicia conduceva fino a Ventimiglia di Sicilia e da lì all’entroterra. E se quella strada si ricollegasse proprio alla Chiesazza di Altavilla Milicia, piuttosto che all’abitato, che in quel periodo non doveva ancora esistere?
Discorso da approfondire! Urge trovare un serio archeologo!

reggia trazzera altavilla
…una scoperta sensazionale?!!?

Il vostro caro Totò.

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