Perché fare divulgazione? 12 professionisti rispondono!

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Da quando ho dato una bella raddrizzata alla mia vita, la divulgazione rappresenta più o meno il focus di tutto quello che faccio. Volevo compiere azioni reali e diffondere una coscienza ecologica. Alzarmi la mattina e generare energia per gli altri e per il mondo. Creare qualcosa che potesse innescare negli altri la voglia di compiere azioni concrete e reali per invertire la rotta, visto che stiamo andando verso un evidente crollo della società industrializzata.
Mettere in opera e divulgare modelli rigenerativi. Come ci insegna la Permacultura, ne esistono un sacco e sono semplici, ma semplici in una maniera imbarazzante. Dalla rigenerazione del suolo e della sua fertilità, fino al ricrearsi di comunità umane resilienti e consapevoli.

Sì, due parole…

Junio Tumbarello – guida escursionistica (al centro)
Divulgare è narrare. Narrare è come un regalo, il tuo racconto accresce il mio bagaglio e recepisco secondo i miei filtri. E’ come una fiammella che ci si passa a vicenda, ma che rimane accesa in maniera diversa in ognuno di noi. Non ci si può illudere che quello che noi raccontiamo sia la realtà, ma è comunque una possibilità che diamo agli altri di recepire il proprio mondo, con le diversità e le verità di ognuno di noi. Così come è importante il silenzio, è importante anche il racconto, non come minestrone di informazioni. Quello rimane indigesto…

Eppure nel mondo in cui viviamo, dominato praticamente dal virtuale, c’è una povertà di azioni concrete, pressoché disarmante. E con “concreto” intendo “reali”. Scarseggiano le iniziative serie e che mobilitano tanta gente e abbondano invece le critiche e i giudizi negativi ai governi e alle istituzioni.
E se finalmente ognuno di noi si prendesse la propria responsabilità?
Si può davvero invertire la rotta?
Possiamo cambiare il mondo e l’attuale andazzo negativo?
Come?

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Manuel Zafarana – divulgatore ambientale e biologo della conservazione, LIPU
Divulgare significa far conoscere agli altri un mondo nuovo, ricco soprattutto di situazioni e circostanze del tutto ignorate e potenzialità inespresse, far conoscere il proprio mondo agli altri, dando anche prospettive totalmente differenti. Divulgare per me è seminare, seminare tanti chicchi di un raccolto che troverai maturo dopo anni ed anni. Magari saranno delle piantine solitarie, ma molto vigorose.

Abbiamo un fantastico kit con tre tools davvero eccezionali:

  • Le mani. Per creare tante piccole azioni. Ma così tante che comincino ad essere notate dalla gente. È il peso cumulato delle azioni che crea tendenze e genera pesi politici. E come si fa? Con la divulgazione!  Insomma, non sentite anche voi un formicolio alle mani per la voglia di fare qualcosa?!!?
  • Il telefonino. Il fatto di possedere uno smartphone e una connessione internet dà un illimitato accesso al web, pieno di informazioni e ricco di lodevoli proposte. I motori di ricerca permettono rapidamente di trovare tutto quello che ci serve. Non abbiamo scuse!
    Inoltre i social, i forum e i gruppi di interesse creano la possibilità di divulgare buone pratiche e nozioni ecologiche. Significa creare un’etica della Terra condivisa!
  • Gli amici. Scoprirete che c’è tanta, tantissima gente che si smazza per il bene del nostro pianeta e della gente che vi ci abita. Ovvero: creare comunità, concetto che oggi sta scomparendo. Viviamo tutti chiusi nei nostri piccoli appartamenti e non abbiamo più relazioni vere, perché fondamentalmente non abbiamo bisogno dell’altro. O almeno crediamo di no.

Marco Ferrante – ricercatore
Credo che ci siano due sfere da considerare. La prima è quella del divulgatore che avverte il bisogno di divulgare, di comunicare qualcosa che vede o che ritiene importante e che pensa possa interessare/avere un impatto sulla società. L’altra è quella del lettore, della persona alla ricerca di informazioni e che non sempre le trova. E allora ricorre al divulgatore.

Divulgare contiene vulgo, cioè popolo. Quindi del popolo. Diffondere al popolo, rendere di pubblico dominio. Spacchettare concetti complicati e di difficile accesso e renderli disponibili.
Così, con la consapevolezza di unire tanti mondi diversi ed essere immerso in una magnifica rete di contatti “consapevoli”, ho fatto una semplice domanda a permacultori, naturalisti, maestri di outdoor education, educatori ambientali, guide escursionistiche, ricercatori scientifici, custodi del territorio, operatori di riserve naturali ecc…
Che cosa è per te la divulgazione? Quello che ne è uscito è qualcosa di straordinario.


Per molti la divulgazione è questione di consapevolezza, nostra e di chi ci troviamo di fronte:

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Enrico Guzzo – naturalista
Ritengo che la divulgazione scientifica possa essere vista come uno strumento “olistico”, nella quale collegare le varie sfaccettatura della scienza sotto un unico denominatore comune: quello di rendere la gente consapevole di ciò che li circonda. Portare a conoscenza. Uno degli scopi del divulgatore è quello di seminare, soprattutto nelle nuove generazioni, quel senso critico costruttivo che porta la donna/uomo alla libertà intellettuale e alla propria consapevolezza dell’esistenza, rompendo in questo modo le catene del non noto, dando al pubblico gli strumenti per comprendere ciò che li circonda.Ma sta al divulgatore saper utilizzare lo strumento più opportuno per accompagnare il proprio pubblico lungo questo percorso alla consapevolezza.Il divulgatore può essere interpretato come la luce nel mito della caverna di Platone dove, solo attraverso lo strumento giusto si può imparare ad apprezzare e conoscere ciò che non si era mai visto.

Barbara Bruno– Maestra del bosco
Divulgazione per me è mettere al servizio del mondo la propria conoscenza, è condivisione e confronto. È esporre, non solo ciò in cui si crede o di cui si è a conoscenza ma anche e soprattutto la parte più vera di noi quella che ci connette con il diverso da sé. Divulgare non solo le parole, ma anche e soprattutto l’esempio, un po’ come l’educatore che educa più per ciò che è che per ciò che fa. E chi se non la Natura è maestra e fonte inesauribile di conoscenza? Madre Natura ci insegna da sempre, quindi educazione ambientale per me è l’in-tendere tra uomo e natura, entrare l’uno nell’altra in uno scambio reciproco di rispetto e di crescita. Educazione ambientale è quindi consapevolezza profonda di sé, dell’altro e soprattutto della natura, è la conoscenza, il rispetto e la divulgazione di questo ciclo vitale che dovrebbe essere alla base dell’esistenza umana.

Mathia Coco – fotografo naturalista ed educatore ambientale
Divulgare probabilmente è uno degli strumenti che abbiamo a disposizione per convertite la teoria in pratica. Trasferire dei concetti che altrimenti resterebbero risorsa per pochi, a chi potrebbe con questi acquisire una maggiore consapevolezza. E si sa, in molti casi la consapevolezza porta al cambiamento.

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Per altri, invece, la divulgazione è qualcosa di più profondo, che scaturisce da una passione fortissima: l’amore!

Eduardo di Trapani – guida escursionistica ed educatore ambientale
In me convivono certamente due aspetti essenziali che, presumo, mi abbiano portato a diventare una guida, e quindi fare divulgazione. Da un lato il fatto che già da ragazzino (e molto cittadino) scoprii presto quanto il camminare per sentieri e in natura fosse una delle cose più piacevoli, appaganti e straordinarie che potesse capitare ad una persona. E non mi riferisco al percorrere i più osannati sentieri di parchi nazionali o mete già rinomate, ma anche “l’incolto dietro casa”. E la cosa fantastica è che l’andare in questi luoghi per me continua a riservare sempre nuove scoperte, nuove sorprese e, soprattutto, nuovi modi per apprezzarli e conoscerli. L’altro aspetto che sicuramente ha condizionato le mie scelte è quello relazionale. Io sento fortissimo (e l’ho sentito fin da subito) il bisogno di condividere le meraviglie della biodiversità, ma della biosfera in generale, con qualcuno che mi stia accanto. E a quel punto, non deve più essere solo godimento e puro piacere, ma è necessario che ci sia anche consapevolezza, fatta di conoscenza e coscienza. “Chi ama protegge”. E secondo me è un incipit che andrebbe ripetuto e insegnato a tutti.

Salvo Equizzi – guida escursionistica
È importante perché mettere a disposizione la conoscenza e la comprensione delle cose è l’atto d’amore più bello che possa esistere, perché infondo la spinta che ci porta a ricercare nella vita è quella di condividere e comunicare con passione e ritrovare negli altri il brillio del nostro primo sguardo

Giulia Casamento – direttrice riserva “Grotta di Santa Ninfa”, Legambiente.

Divulgazione e educazione ambientale credo che siano azioni fondamentali per costruire un futuro diverso, perché: 1) creano consapevolezza sia dell’importanza della tutela dell’ambiente che dell’impatto dell’uomo e dei propri comportamenti, 2) suscitano amore, affetto e sensazioni di benessere nei confronti della natura, rafforzando un rapporto uomo/ambiente che oggi è molto disequilibrato e distorto.

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E cosa dire della bellezza?

Francesca Aiello – operatrice riserva “Grotta della Molara”, GRE
“Se non si parla di una cosa, essa non è mai esistita” pare la disse Oscar Wilde ma non so se trova le sue radici in Socrate. Ciò che è certo è che per me la divulgazione è necessità dell’uomo, consapevole che ciò che ha ricevuto prima e scoperto in seguito va tramandato agli uomini del futuro partendo dai propri figli. Nasce dalla natura NON egoistica e individualista dell’uomo che invece è relazione, è confronto, è scambio.  Divulgare significa per me, condividere ciò che si è appreso e/o scoperto agli altri affinché tutti possano conoscere e a loro volta dare il loro contributo. Siamo chiamati a narrare bellezza e a circondarci di bellezza. Divulgare è importante perché bisogna rendere edotti e consapevoli tutti gli esseri viventi al fine di proteggere, correggere e tutelare il mondo che abitiamo. Il mondo è un posto troppo bello per non farlo conoscere in giro!

Julia Karpova – Erborista
Direi che la divulgazione è vitale. Abbiamo la possibilità attraverso i social di dialogare con chi sa ascoltare, si genera una diffusione d’idea, di Bellezza, di poesia… e tutti oggi ne abbiamo bisogno. Non cambieremo di certo il mondo domani, ma sono convinta che in una catena di cause ed effetti, le energie che trasportano le nostre parole, il nostro fare, questo impegno creeranno fioriture. Credo più nella divulgazione nella vita vera, dopo tanti anni posso anche affermare che la diffusione più potente avvenga in Presenza. Risento moltissimo dell’aridità dell’ambiente umano, inutile indagare sul perchè tale “desertificazione” emotiva nei confronti della Natura sia un’attitudine consolidata dei più. Per fortuna c’è una sensibilità crescente e fare la mia parte, mostrare attraverso la mia lente le meraviglie del mio mondo, quello delle erbe officinali, per me è una missione.

E per finire:

Roberto Vento – naturalista
E’ grazie alla divulgazione se migliaia e migliaia di persone cambiano in meglio se stessi e l’ambiente in cui viviamo. La divulgazione è una sorta di collante, che fissa le personali osservazioni e considerazioni tramite nozioni già provate da altri e con un linguaggio ben accessibile. La conoscenza è bella solamente se condivisa. Utilizzando le parole di Edward O Prum, etologo biologo evoluzionista, scrivere e quindi divulgare scienza è come la chiusura di una poesia di Robert Frost:

“Gli uomini lavorano uniti;
Che si lavori insieme o separati”.

cito testualmente O Prum:

“Le nostre vite separate che anche ignorandosi a vicenda lavorano in parallelo, verso un fine comune di scoperta, bellezza e giustizia”.

Il vostro caro Totò

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