Biogiardino: le formiche, insospettabili alleate!

formiche

Sono un tipo pieno di fortune. Una di queste è avere amici entomologi fighissimi che fanno fighissime cose. E’ il caso di Enrico Schifani, che assieme ai suoi colleghi dell’Università di Parma ha sperimentato l’utilità delle formiche nella lotta biologica. Mi è tornata in mente la sua tesi proprio in questi giorni, per via dell’altissimo numero di formiche che improvvisamente compaiono a casa Acquagrande col sopraggiungere dell’estate.
Parlando con Enrico, che farebbe innamorare chiunque delle sue amate formiche, ho scoperto che questi insetti hanno davvero tante caratteristiche biologiche utili, alcune delle quali perfettamente sfruttabili per contenere i parassiti di un agroecosistema.

Ad esempio?

formiche
Camponotus lateralis su fico
  • sono polifaghe e riescono a catturare una vasta gamma di prede diverse,
  • rispondono rapidamente all’aumentare delle specie nocive presenti sul territorio,
  • sono incredibilmente determinate nel disturbare e scoraggiare la presenza di altri organismi (vi siete mai seduti su un formicaio?) grazie alla loro attitudine aggressiva e territoriale,
  • la loro organizzazione in colonia gli permette di superare facilmente i periodi di scarsità di cibo, data la loro propensione a catturare e intrappolare energia sotto forma di riserve alimentari,
  • esiste la possibilità di incentivare la loro presenza direttamente sulle piante grazie a…

…i nettàri extrafiorali!
Alcune piante infatti hanno preso al balzo questa opportunità e hanno creato alcuni nettarii, piccoli fori ricolmi di liquido zuccherino, disposte lungo i tralci o le foglie, in modo da fornire cibo altamente energetico alle formiche, che quindi tendono a stazionare di più sulla pianta. Questo si traduce in una massiccia opera di disturbo, da parte delle formiche stesse, verso tutti gli insetti che potenzialmente potrebbero nutrirsi di quella pianta. Ne abbiamo già parlato qui!

luffa nettarii extrafiorali
Chi può difendere le giovani Luffe? Le formiche !!!

Formiche e pere

Traendo ispirazione da queste dinamiche naturali, l’esperimento di Enrico e dei suoi colleghi si è basato sul tentativo di aumentare l’attività delle formiche già presenti su alcuni alberi da frutto (peri, in particolare) tramite un sistema di nettàri artificiali: piccolissimi erogatori di sostanze zuccherine, da dislocare lungo i rami. Oltre a studiare l’effetto attrattivo di questi strumenti, l’esperimento è stato condotto per vedere se la presenza delle formiche sull’albero da frutta avrebbe avuto un effetto benefico sullo stato di salute delle foglie e dei frutti, nonché sulla presenza/assenza di altri insetti (magari dannosi!) sullo stesso albero. In altri gruppi di alberi invece, l’accesso è stato interdetto alle formiche oppure non è stato eseguito alcun trattamento, per validare i risultati in caso di effetti positivi dovuti ai nettàri artificiali.

autoproduzione
Severa defoliazione su foglie di pero, probabilmente causata da oziorrinco.

I risultati sono stati ottimi!
I nettàri artificiali attiravano, in effetti, un gran numero di formiche. Inoltre nei peri dove la presenza di formiche era incoraggiata, sono stati riscontrati due risultati molto positivi:

  • una minore diffusione di tracce di Venturia pirina, che crea necrosi e ticchiolatura sulle foglie
  • un basso quantitavo di Cydia pomonella, le cui larve danneggiano seriamente i frutti.

Le pere ticchiolate o forate dalle larve risultano invendibili, la produzione perde valore commerciale e nel caso di infestazioni severe, anche l’albero comincia a soffrire. Questi benefici positivi non sono stati riscontrati in piante senza nettàri artificiali o in peri a cui era stato interdetto l’accesso alle formiche durante l’esperimento.
Ed è una gran cosa. Questi risultati rappresentano una testimonianza del ruolo positivo che può essere svolto dalle formiche, sia nell’ambito della difesa delle piante, sia in quello degli agroecosistemi. Le formiche infatti, ad oggi non sono praticamente utilizzate per il controllo dei parassiti o nelle strategie di lotta biologica, sopratutto in climi temperati.

fungo pere
Necrosi del pero dovuta a Venturia pirina, un fungo parassita.

Ok, bellissimo. E noi?

Questo lavoro, ideato e e messo a punto da Enrico, è diventato un articolo scientifico (potete consultarlo qua).
Io l’ho letto e riletto decine di volte. Primo perchè non conoscevo altri lavori su lotta biologica con formiche in Italia. Secondo perchè adoro le connessioni ecologiche, specie se in una di queste fa capolino anche l’uomo. Terzo perchè… le formiche possono farci vedere le cose in maniera diversa!
Spesso tendiamo a generalizzare, affibbiando un’etichetta binaria (buono/cattivo oppure utile/dannoso) a ciò che ci circonda. Innegabilmente, le formiche sono viste come un fastidio, un’invasione o peggio ancora una calamità, specialmente nel caso di specie legate agli afidi, che fanno dannare chi coltiva. Possono invece risultare preziose alleate, soprattutto se assistite con la protezione e la valorizzazione degli insetti attorno a noi, attraverso buone pratiche e tutela degli habitat coltivati e non, in modo da favorire la biodiversità.

formiche
Camponotus lateralis

In Italia diversi studi hanno più volte utilizzato le formiche come bioindicatori. In Sardegna e Piemonte, ad esempio, grazie alle formiche si è potuto determinare la qualità dei pascoli, data la loro capacità di regolare la qualità e la quantità delle specie di piante, favorendo la dispersione dei semi oppure entrando in competizione coi grandi erbivori. E ancora, sono state utilizzate per attestare la presenza di metalli pesanti nell’ambiente, seguendo un gradiente di presenza umana. Insomma, è una questione di interpretazione ambientale. Possiamo continuare a guardare il mondo dall’alto in basso, arricciando il naso per quel filare di formiche davanti la soglia di casa. Oppure possiamo inginocchiarci al loro livello, porci delle domande ed entrare in connessioni ecologiche profondissime, utili a guardare il mondo con altri occhi…!

Il vostro caro Totò

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