Nasturzio, bello ma da usare con accortezza!

cover crop

Dopo la pioggia, o nelle mattine in cui la rugiada è abbondante, mi fermo un attimo ad indugiare sul nasturzio. L’effetto loto che hanno le sue foglie, fortemente idrorepellenti, dà vita ad un intreccio di goccioline che impreziosisce l’orto, arricchendolo di luminosità. Ho letto per la prima volta del Nasturzio su “Introduzione alla Permacultura” (pag 205-206), inserita nell’elenco di piante utili. Ed in effetti quando ho cominciato a visitare vari progetti in Permacultura, ho notato che è davvero molo utilizzata, soprattutto negli angoli più freschi ed umidi.
Tuttavia, un po’ per l’esperienza fatta a casa Acquagrande, un po’ guardandomi in giro (osserva e interagisci!), mi sono reso conto ben presto che il nasturzio è una pianta da non utilizzare a cuor leggero. Quindi ode al Nasturzio, bello ma da usare con accortezza!

nasturzio

Ode perché il nasturzio è indubbiamente una fabbrica benefica di preziose sostanze nutritive. Basta fare una rapida ricerca su Google (vedi qui e qui) per accorgersi di come questa pianta sia preziosa per la salute. Il suo primato indiscusso è la grande quantità di luteina presente nei fiori e nelle giovani foglie, importante per la pelle e gli occhi. Ha, inoltre, alte percentuali di vitamina C ed è probabilmente la pianta coltivata che ne fornisce di più, a pari merito con il prezzemolo.
Ma lo avete mai assaggiato?!!? Quando le mie prime piante di nasturzio sono diventate floride e abbondanti, ho fatto un gran raccolto di giovani foglie per consumarle crude in insalata. ODDIO!!! Piccantissime, davvero troppo per i miei gusti. Sono riuscito a smorzare un po’ il sapore lavorandole a crudo, in un pesto. Ma anche così, diciamo che non è un sapore delicato.

Nasturzio nell’orto…

Il nasturzio attira le cavolaie! Le Tropaeolaceae, benchè filogeneticamente molto distanti dalle brassiche, producono gli stessi composti a base di zolfo (tioglucosidi). Benchè questi zuccheri sono forti antiossidanti e aiutano a smaltire il colesterolo, in grandi quantità sono tossici. Inoltre, sono un richiamo irresistibile alla deposizione per Pieris brassicae, la comune cavolaia. Questa farfalla, infatti, depone comunemente sul nasturzio e i bruchi ne fanno incetta. Me ne sono accorto la prima volta su un bordo stradale vicino casa, dove il nasturzio aveva invaso un canneto. I bruchi delle cavolaie lo stavano letteralmente divorando.

cavolaia

Quindi usiamolo come consociazione nell’orto, ma con accortezza! Metterlo accanto alle brassiche (cavoli, broccoli, cime di rapa, ecc..) in libera consociazione significa condannarli a morte. Se proprio lo spazio è esiguo, possiamo farci furbi e creare un sistema precauzionale con l’utilizzo di reti. Un filare di cavoli ben coperto da rete anti-farfalle, con davanti un bel tappeto di nasturzio, è una doppia precauzione per evitare le cavolaie. Queste vengono attratte dalle sostanze chimiche rilasciate in aria dalle piante, ma depongono sul nasturzio invece che sui cavoli, inaccessibili dietro le reti. Lo si può usare quindi nelle gilde, come pianta da immolare. Se ne parla molto bene qui dove con piante sacrificali si intendono specie particolarmente vigorose che sopravvivono all’attacco dei patogeni e degli insetti, permettendo ad altre specie orticole di portare a termine il loro ciclo.

Io alla fine l’ho consociata solo ai finocchi. Un po’ perché nessuno vuole stare accanto ai finocchi (poveri!), un po’ perché questi hanno una spiccata verticalità ed emergono tranquillamente nel mare di foglie di nasturzio. Inoltre la loro voluminosa biomassa mantiene i finocchi all’ombra. Questi quindi rimangono sbiancati senza interramento. Quest’estate voglio provare invece a consociarla alle cucurbitacee a sviluppo orizzontale. Se la mia idea non è sbagliata, le foglie e i fiori dovrebbero occupare gli interstizi tra le esuberanti foglie di zucche e, soprattutto, attirare grossi impollinatori come i bombi. I suoi fiori infatti sono ricchi di nettare.
Inoltre, pare che sia un’ottima pianta per la lotta biologica agli afidi, perché tende ad attirarli facilmente e dalla sua tintura madre si ricava un ottimo insetticida naturale (vedi qui, qui e qui).

nasturzio

Nasturzio in fuga!

Il nasturzio deve la sua diffusione sia agli amanti dei fiori, che ai coltivatori sinergici. Grazie alla sua ecologia, questa specie viene utilizzata come pacciamatura verde. I suoi rami striscianti colonizzano rapidamente tutto lo spazio orizzontale, per poi cacciare fuori una produzione di belle foglie rotonde e una fioritura variopinta. Questo permette ad agricoltori sinergici e permacultori di proteggere il suolo dal forte irradiamento solare, evitando che vapore acqueo e sostanze organiche si volatilizzino.

Questa specie però tende facilmente a spontaneizzarsi. Proveniente dalle zone temperate del Sud America, il nasturzio è ormai presente come specie invasiva in tutte le coste italiane. Nelle mie zone ha conquistato praticamente tutti i bordi stradali freschi e umidi, con esposizione a nord. Spesso lo si trova associato ai canneti, dove occupa lo strato basso, formando un tappeto alla base di formazioni ad Arundo donax o a Phragmites australis. E questo è un peccato, perché toglie spazio a specie autoctone tappezzanti, associate ad ambienti umidi e che stanno scomparendo ad una velocità allarmante. Mi viene in mente ad esempio Potentilla reptans, una pianta che potrebbe essere utile negli agroecosistemi freschi, ma ormai praticamente introvabile…

nasturzio

Nasturzio. Progettazione multifunzione

Conviene allora usare il nasturzio se è una specie così particolare?
Certo! Basta solo una corretta gestione della pianta. Prendendo in prestito le parole di Bill Mollison, padre della permacultura: << La chiave per utilizzare efficacemente le risorse biologiche consiste nella gestione. Se non adeguatamente gestite, tali risorse possono sfuggire al nostro controllo e trasformarsi in distruttive, finendo spesso col diventare “inquinanti”>>. Così un nasturzio lontano de bordi stradali umidi o canneti, associato alle giuste orticole, può portarci tanti vantaggi!

Quali? Foglie e fiori possono fornirci ottimo materiale di prima qualità per le insalate. I tralci possono essere usati come foraggio per i conigli o (meglio ancora!) per i porcellini d’India, che hanno un alto fabbisogno giornaliero di vitamina C. Questo si trasforma molto facilmente in letame, carne, calore, ecc…
Possono ombreggiare compost e letamai, rinverdire i bordi dei bancali, fare biomassa quando la pianta tende ad essere un po’ troppo esuberante. Insomma, il nasturzio è indubbiamente una delle piante simbolo della Permacultura. Se ben usata può essere usata come pacciamatura verde, foraggio, pianta sacrificale, nettarifera e perfino pianta trappola!
C’è solo da inserirla bene in progettazione!

Il vostro caro Totò

nasturzio


2 risposte a “Nasturzio, bello ma da usare con accortezza!”

  1. Grazie mille dei consigli, letto oggi ma seminate gia a febbraio, ora sono piccole piantine nella parte soleggiata del mio orticello botanico tra lavanda ,artemisia e cardi….forse aveva bisogno di stare un po’ più all’ombra, vedremo.
    Sara

    1. L’importante è che non soffra la sete 😉

Lascia un commento