Frutta tutto l’anno. E’ possibile?

Avete mai avuto così tante nespole da sognare di morire schiacciati da una valanga di frutta? Io sì. Ed è stato quasi piacevole.
Come già detto in un articolo precedente, il nostro obiettivo per il 2020 è stato quello di autoprodurre il più possibile il nostro cibo. Ed in effetti è stato un successone. Da circa 1000 mq abbiamo ricavato più di 400 chili di frutta, ottima e diversificata. Abbiamo così chiuso l’anno chiedendoci: vogliamo avere frutta tutto l’anno. E’ possibile?

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Frutta autunnale: i cachi!

Con delle clausole precise però! Senza prodotti di sintesi e applicando i metodi della Permacultura. Soprattutto cibo buono, sano, che ci permettesse di seguire le stagionalità e riconnetterci con la natura. E rivedendo tante cose del nostro approccio, dalle potature alla diversa gestione del suolo. Così nel nostro cesto sono finite mele, pere, cachi, prugne, nespole, amarene, susine, fichi, ficodindia, melograni, arance, uva e cotogne. Meno di una ventina di alberi e quasi tutte cultivar del luogo. E per fortuna, perchè hanno risposto benissimo ad un anno così tosto come il 2020, dove le nostre zone hanno dovuto sopportare una siccità invernale davvero notevole.

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Frutta invernale: le arance!

La Permacultura risponde egregiamente alla domanda di questo articolo. Si può avere frutta tutto l’anno? Si, ma noi il primo anno non ci siamo riusciti…!
A fine anno, infatti, abbiamo riportato in tabella tutte le varietà di frutta, dividendo i raccolti per ogni paio di settimane. Così ci siamo accorti che la primavera rappresenta un periodo abbastanza delicato, dato che la nostra autoproduzione dipende da un solo tipo di frutto (la nespola), facilmente attaccabile dai patogeni e poco omogenea come produttività annua.

La nostra autoproduzione di frutta (da migliorare!)

Idem la prima metà di luglio quando la frutta estiva è appena iniziata e quella pienamente primaverile sta per finire, creando un buco di autoproduzione in un periodo che invece può essere ricco di produzioni (ad esempio inserendo pesche, susine, albicocche). Stesso discorso per il pieno periodo invernale. Raccogliamo le ultime arance nel periodo natalizio, per poi non avere più niente fino all’inizio di aprile. Tuttavia, un bravo appassionato di autoproduzione sa che a questo inconveniente c’è un rimedio: le trasformazioni! Avremmo infatti potuto trasformare la succosa frutta estiva in marmellate e barattoli di frutta sciroppata. Cosa che abbiamo fatto, in parte, ma che ci ha fatto capire quanto dobbiamo migliorare in questo aspetto. Ci metteremo sotto!

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Frutta primaverile: le nespole!

Inoltre, avendo avuto l’occasione di plantumare nel terreno di casa Acquagrande una piccola food forest, abbiamo fatto quello che la Permacultura meglio ci ha insegnato: progettare!
Così, grazie all’opportunità che ci hanno dato i Vivai PetraViva Madonie (ne abbiamo parlato qui), abbiamo selezionato un fico, un melograno, un melo, un pero e un pesco scegliendo tra le varietà adatte alla media collina, guardando attentamente i periodi di antesi fiorale e di fruttificazione. Abbiamo così potuto colmare i buchi in quelle settimane che in tabella risultano vuote, o con poca varietà di frutta.

Frutta estiva: le mele!

Inoltre abbiamo anche scelto due ciliegi per le fruttificazioni primaverili, di modo da evitare di essere dipendenti da un solo frutto come stagione di autoproduzione. Ciliegi che, ovviamente, frutticano quasi a un mese di distanza! Per il pieno inverno, inoltre, ci abbiamo dato sotto con le piccole bacche. Biancospino, mirto, rosa canina, tutte specie la cui piena maturazione avviene proprio in pieno inverno. Le abbiamo inserite lungo i perimetri del nostro sistema, in modo da svolgere anche una funzione di barriera verde e di aiuto alla fauna selvatica. Le nostre specie selvatiche sono insostituibili nella progettazione multifunzionale!

Insomma, si può avere frutta tutto l’anno. Ma si deve progettare bene ogni aspetto dell’autoproduzione…
Il vostro caro Totò

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