Il nostro primo Orto a lasagna

orto fiori

Mancano due mesi alle prime semine. In pieno inverno si progetta l’orto primaverile. Proprio di questi tempi, l’anno scorso, stavamo finendo di creare il nostro primo Orto a lasagna, a casa Acquagrande.
Perché abbiamo deciso di progettare un orto a lasagna e non uno convenzionale? Bella domanda. Il nostro terreno non è fertile, ne soffice. Decenni di cattiva gestione e lavorazioni errate lo avevano reso argilloso e duro. Inoltre, tende a ristagnare nel periodo invernale e diventare arso e spaccato durante l’estate. Per di più, la maggior parte del terreno è alberato, con chiome abbondanti che creano parecchia ombra. C’era solo un piccolo scampolo da destinare a orto…il peggior angolo del nostro progetto.

orto a lasagna
…e pensare che è diventato meraviglioso…!!!

Abbiamo così deciso per l’orto a lasagna. Un sistema che permette di “svincolare” le colture dal suolo vero e proprio, poiché queste crescono su un letto di strati molto fertili, che disponiamo noi. Senza nessuna aggiunta, questi strati tendono a diminuire di volume, fino a scomparire del tutto. Nel frattempo, il terreno sotto di loro migliora sensibilmente e questo processo può durare anche parecchi anni, producendo valanghe di orticole.


Il fazzoletto di terra scelto era terribilmente duro, pieno di laterizi edili, stretto e lungo (12 m x 2). L’esposizione era perfetta, il posto riparato dal vento, comodo perché vicino alla casa. C’erano già alcuni piccoli alberi, che avrebbero arricchito la componente micorrizica del sottosuolo. Dietro, una selva di piante selvatiche, ottima alcova per ragni e insetti utili alla lotta biologica. Insomma, andava tutto bene tranne il suolo. Dopo 3 mesi di studio (qui, qui e qui) e raccolta dei materiali, in una settimana di lavoro abbiamo creato il nostro orto a lasagna!

pacciamatura permacultura
Cippato di Nespolo del Giappone. Le foglie, grandi e abbondanti, consentono una pacciamatura leggera e ariosa.

Il perimetro dell’orto è stato segnato tramite paletti in legno e canne intrecciate. Tutto materiale che avevamo già. Questo è stato un errore! Una bordura del genere lascia traspirare molta aria e tende a seccare tantissimo le parti a contatto. Tutte le piante disposte ai margini, infatti, hanno dovuto fare i conti con una elevata traspirazione e perdita d’acqua. Abbiamo poi tolto le erbe selvatiche perenni (soprattutto Acanto e Bella di notte) lasciando invece quelle annuali. Poi siamo partiti con gli strati. Grossi tronchi, cartone, letame e compost maturo, sfalcio d’erba verde, sfalcio d’erba secca e cippato. Un mese di maturazione, e il nostro orto a lasagna era pronto!

Orto in progress…

Tutte le piante che abbiamo inserito sono state consociate tra loro, cercando anche di accostare piante che rispecchiassero vari livelli vegetativi (bulbi e tuberi, tappezzati, erbacee annuali e perenni, rampicanti) e che si aiutassero tra loro. Il 90% delle orticole è stato creato da seme, con varietà locali, grazie a una bellissima giornata di scambio semi e acquistando ciò che ci mancava da Cercatori di semi, che ci ha dato dell’ottimo materiale di partenza! Il semenzaio però è stato un disastro, non avevamo studiato abbastanza.ù


Abbiamo deciso di non mettere impianto di irrigazione. Siamo in una zona insolitamente piovosa e confidavamo sulla capacità degli strati di imbibirsi d’acqua. Ad oggi sappiamo che è stata una scelta azzeccata. In tutto l’anno abbiamo dato solo 30 ore di irrigazione.

Cucurbitacee ovunque!

Alcune orticole sono andate alla grande (luffa, amaranto, peperoncino, emerocallidi, patate, rucola, pomodori, zucchine, basilico, mais, angurie, cicorie, insalate, ecc…), altre così così (zucca rossa, melanzane, piselli, fagiolini, meloni, zucchine lunghe), altre un fiasco totale (carote, peperone, chayote). Nel nostro orto a lasagna abbiamo inserito anche fiori (girasole, altea) per attrarre impollinatori, piante nematodicide (tagete arboreo) e sono cresciute orde di funghi che hanno cominciato il processo di degradazione degli strati.

orto a lasagna
Prodotti di inizio primavera


Dato che in Permacultura si progetta tutto, avevamo previsto che con l’input iniziale di energia, necessario a creare quest’orto a lasagna, avremmo ottenuto ca. 120 kg di verdure in 3 anni, più innumerevoli servizi ecosistemici che abbiamo messo ugualmente in conto: miglioramento del suolo, fertilizzazione delle piante adiacenti, ridotte ore di manutenzione, aiuto alla biodiversità e agli impollinatori, sviluppo della propriocezione e delle conoscenze orticole nostre, dei nostri amici e soprattutto di nostro figlio. Muoversi in quella giungla non era mica facile!
Si è concluso il nostro primo anno e, come già detto in un altro articolo, abbiamo raccolto ca. 60 kg di verdure, 20 in più rispetto alle previsioni. Volendo fare un conto monetario, abbiamo già ripreso in pieno le spese di creazione (letame, acqua, energia elettrica). Ci rimangono ancora due anni di pacchia!

orto a lasagna

Ad oggi siamo in pieno orto invernale e le cose vanno abbastanza bene.
Speriamo di cavalcare l’onda dell’orto a lasagna, e di aggiustare il tiro!

Il vostro caro Totò

4 risposte a “Il nostro primo Orto a lasagna”

  1. Grazie per queste informazioni! Non conoscevo l’ esistenza dell’ orto a lasagna! Molto interessante

    1. Marco Menegazzo dice: Rispondi

      Sto seguendo con interesse la tua esperienza… anche noi 60enni da qualche anno , anche se non siamo nati contadini; abbiamo rilevato un vecchio rudere con 5/6 ht tra bosco e pascolo in una vallata assai abbandonata in provincia di BL a 600 m. Io sto appoggiando l’utopia di mio cugino che sogna una fattoria autonoma, biologica, usufruibile anche a terzi anche dal punto gastronomico tipico locale.. gestendo fin dall’inizio l’allevamento di bestiame…3 manze, 15 capre, 3 maiali conigli e pollame. Noi essendo di TV ( di pianura) ogni giorno x ora ! Ci facciamo 60km and/+ rit. Ora..caro Toto abbiamo allestito 3 recinti di circa 3/4 mila m. Per coltivare ortaggi vari, ( l’anno scorso abbiamo ingrassato i cervi, padroni del territori ora insieme ai lupi). Il terreno è assai scosceso, vorremmo terrazarlo, ma il mio dubbio è che il tereno superficiale ( 20/50 cm ) ora pascolo rimosso con escavatore possa danneggiarsi. Ciao PS. su Facebook ho un gruppo (nuova fattoria paradiso)

      1. Bellissimo! Sembra un progetto coraggioso e di questo ne sono felice, c’è bisogno di utopie (che poi diventano facilmente realtà!). Anch’io sono un pendolare, faccio 38 km. ma per adesso va bene così.
        Occhio alla gestione del bestiame e del pascolo, che s’è fatta senza criterio può arrecare danni al solito. Un buon consiglio che posso darvi è quello di contattare Matteo Mazzola, che facilita tante persone come voi, aiutandole a gestire al meglio pascoli e orti con tecniche organiche, rigenerando i suoli. Poi anche lui è una persona gradevolissima!

  2. Eliana Bellettini dice: Rispondi

    Molto interessante !! Da approfondire .

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