Più siepi e meno mangiatoie per uccelli!

orto botanico biodiversità

Quando voglio fare birdwatching, la siepe mista di casa Acquagrande è una certezza. Nata casualmente nel 2011, quando dal terreno è cominciato ad emergere un plotone di polloni di prugno. Allineati e prepotenti come soldati, i giovani pruni hanno colonizzato in autonomia tutto il lato est del nostro terreno. Perché fargli la guerra? “Lavora con e non contro!” direbbe la Permacultura. Quindi con Luisa, ci siamo limitati a cimarli, lasciarli infoltire e a godere dei frutti. Pitosfori e mandorli vi sono cresciuti in mezzo, collegati da lunghi tralci di rovo selvatico e bignonia, stesi come idee a cercare nuove menti. Ai piedi, una bella popolazione di Iris germanica.
Ci ha fatto capire una cosa: servono più siepi e meno mangiatoie per uccelli!

Per ora che è inverno, pettirossi e luì piccoli la frequentano regolarmente. In primavera vi nidificano sterpazzoline, occhiocotti e scriccioli. D’estate i passeri vi fanno baccano e molti uccelli migratori ne approfittano per le vistose more di rovo. D’autunno invece le capinere e altri silvidi vi banchettano col nettare dei fiori di bignonia. E’ un’oasi di vita, che ci protegge dalla strada e ne attutisce i rumori.

siepi mangiatoie
Uno dei primi successi di casa Acquagrande. Sterpazzolina nidificante!

Non abbiamo mai messo mangiatoie a casa Acquagrande. Il nostro approccio è diverso. Riteniamo che le mangiatoie abbiano un altissimo valore simbolico, soprattutto in contesti urbani o in situazioni per cui vale la pena aumentare la biofilia delle persone e avvicinarle alla vita selvatica. Ben vengano quindi mangiatoie nelle aree verdi frequentate da bambini, soprattutto scuole. O come stimolo alla raccolta fondi da parte di associazioni di volontariato, che si occupano di Natura. Tuttavia, il loro ruolo finisce là. Le mangiatoie, infatti, presentano una serie innegabile di svantaggi (ne abbiamo già parlato qui), tra i quali quello di veicolare pericolosi parassiti, fornire cibo di bassa qualità, aumentare la possibilità di essere predati. Ma soprattutto rendono gli uccelli troppo dipendenti da un intervento umano continuo. E’ un artefatto, ahimè.

siepi
Un esempio nella nostra contrada: una vecchia via del consorzio idrico. Le canalette (oggi sostituite da un comodo tubo) creavano una piccola zona franca tra i terreni, accessibile a chiunque. In foto ci sono ben due siepi, che corrono parallele. Composte da olmi, rovi, sommacco, cachi e viti selvatiche. Sono luogo di nidificazione per 11 specie, tra cui usignoli e usignoli di fiume, tortore selvatiche, assiolo, ecc…

Siepi mangiatoie: il peso ecologico

Se tutte le energie spese per nutrire gli animali venissero investite nel migliorare (con poche accortezze) il loro habitat, anche a livello urbano, che vantaggio enorme ne trarrebbero le specie selvatiche! Invece di mettere la mangiatoia per uccellini, basterebbe piantare una siepe mista di arbusti spinosi, che producono bacche in periodi differenti dell’anno. Cibo e rifugio in un colpo solo. Fai lo sforzo per un anno e poi va avanti da sola. Per sempre!
Diversi studi scientifici attestano che:

  • Siepi delimitative e siepi frangivento assicurano un enorme beneficio agli uccelli che le frequentano. Le siepi infatti vengono utilizzate come dormitorio (rapaci diurni e notturni, storni), assicurano bacche (tordi, merli, pettirossi), insetti e nettare (silvidi) oltre che siti di nidificazione sia alla base dei cespugli (alaudidi, zigoli) o sui cespugli stessi (fringillidi).
  • Oltre agli uccelli, anche i piccoli mammiferi (ricci, toporagno, donnole, topi campestri) utilizzano le siepi come corridoio ecologico. Sono un posto sicuro per spostarsi tra diverse zone di alimentazione, tane, luoghi di abbeverata. Offrono inoltre rifugio e fungono da barriera per le strade.
  • Una siepe polifita (formata da tante specie di piante diverse) fornisce un enorme aiuto anche agli insetti impollinatori e ai predatori degli insetti nocivi (ragni, carabidi) perché assicura un habitat stabile e duraturo nel tempo, nonché una disponibilità prolungata di nettare e rifugio. 
siepi mangiatoie
Un codibugnolo su siepe di Prunus spinosa, ai margini di un pascolo a Monte S.Calogero. Questa specie, oltre ad arginare animali e persone con un muro di spine, assicura bacche per tutta la stagione invernale.

Come fare una buona siepe polifita?
La natura ci offre una enorme possibilità di scelta. Nelle nostre zone possiamo scegliere tra tantissimi cespugli (Mirto, Sambuco, Azzeruolo, Alaterno, Caprifoglio, Lentisco) inframmezzati a piante arboree (Alloro, Bagolaro, Fillirea, Perastro e Pero mandorlino) oltre che piante per produzione di cibo (meli e peri ci crescono benissimo, ma anche giuggioli, nespoli, azzeruoli, cotogni). E’ importante considerare specie che fruttifichino in stagioni differenti, in modo da assicurare quanta più abbondanza possibile.

Calibrando le giuste piante, si possono creare vere e proprie oasi di biodiversità, o siepi spinose impenetrabili.
Facciamo un esempio pratico? Possiamo mettere piante con bacche invernali (prugnolo, rosa canina, pyracantha, biancospino) e fioriture invernali (Anagyris foetida, Medicago arborea), lianose che assicurino bacche in estate (rovo, salsapariglia) e cespugli prodighi di fiori primaverili (camedrio, lavanda) in maniera da fornire a rotazione diverse fonti trofiche (semi duri, frutti carnosi, nettare).

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Un altro frequentatore della nostra siepe: lo Scricciolo!

Ma dove sono finite?!!?

Perché impiantare siepi invece che gestire mangiatoie? Per due motivi principali.
Il primo è che le siepi sono un investimento a lungo andare. Forniscono enormi servizi ecosistemici all’uomo, offrendo ombra e riparo, attutendo rumori, rinverdendo, producendo materia organica e biomassa al suolo, ma anche legname e fibre. Il secondo è che…le siepi stanno scomparendo. L’avvento dell’agricoltura industriale le ha rese scomode e superflue. Nella stragrande maggioranza degli agroecosistemi sono state cancellate, tagliate, ridotte al minimo fino a scomparire. Questo comporta una enorme semplificazione degli habitat, causando la scomparsa di importanti risorse di cibo, zone di nidificazione, corridoi ecologici, bei paesaggi!

Basta davvero poco per creare una siepe. Non serve nemmeno essere proprietari terrieri! Ville e parchi pubblici, aiuole abbandonate, bordi stradali aspettano solo noi. Un giardinetto in città o un balcone possono fornire un ottimo punto di partenza, utilizzando le giuste specie. Tre arbusti di Pyracantha coccinea nel nostro giardinetto a Palermo sono frequentatissimi da capinere, merli e pettirossi durante tutto l’inverno, nonché da luì, occhiocotti e nugoli di api in primavera, quando diventano una palla di fiorellini bianchi.
Pensiamoci seriamente. Vogliamo davvero vivere in un mondo senza siepi e pieno di mangiatoie?

Il vostro caro Totò

siepe mangiatoie

3 risposte a “Più siepi e meno mangiatoie per uccelli!”

  1. Gabriella Pucci dice: Rispondi

    Condivido appieno il tuo sguardo sulla natura e la filosofia con cui la vivi. Le siepi lo so bene sono fondamentali. Ma nessuno o quasi lo sa. La scienza contadina è andata persa e la sua sostituzione è un rapporto ignorante e arrogante con l’ambiente naturale. Grazie a chi come te diffonde preziosa conoscenza.

    1. Grazie a te che sai apprezzare la semplicità e l’efficacia di una siepe 😉

  2. Martha Canestrini dice: Rispondi

    Bravissimo. Concordo in tutto. Nel Land Niederösterreich (Bassa Austria)incentivano gli orti e i giardini con premi per chi lavora con la natura: senza fitofarmaci, pesticidi, con alberi e cespugli che possano offrire rifugi, come anche con luoghi per ricci, bisce, lucertole; compost e rinuncia all’uso di torba sono parte del progetto. Proviamo a ripetere questa esperienza anche da noi, in provincia di Bolzano/Bozen

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