Da ragazzino adoravo vedere gli stormi di balestrucci nei loro raduni serali. Arrivavano alla sparuta, non appena la luce scemava e tutto diventava dorato. Si condensavano su un vecchio edificio incompiuto, davanti casa. Dapprima in piccoli numeri, 5 o 6. Poi diventavano decine. Centinaia. Appena prima del crepuscolo era tutto un fremito di alucce, di piccoli voli, di borbottii sommessi. Cosa li spingeva proprio là, a ritrovarsi tutti insieme in quelle poche ore serali? Forse si scambiavano informazioni.
Tutti vicini, continuavano i loro discorsi con seria concentrazione. E poi, d’improvviso, a un richiamo comune prendevano il volo e sparivano. Veloci come si erano radunati. Andavano a godersi il mondo dopo essersi arricchiti di qualcosa passatagli dal vicino.
E a casa Acquagrande, in questi 4 giorni di Corso di Permacultura e Agroforestry è successo proprio così.

21 corsisti, tra i 24 e i 59 anni, quasi perfettamente ripartiti a metà tra uomini e donne (il corsista dispari è stato un uomo!). I più vicini a noi hanno percorso 37 km, venendo da Palermo. La corsista più lontana ne ha percorso 1546, di km. Sono arrivati da ogni dove, risalivano il vialetto che già li sentivi chiacchierare tra di loro e quando varcavano il cancello si avventuravano sul piazzale col bellissimo passepartout di un sorriso stampato in faccia. Uno di quelli sinceri!
Ognuno di loro ha apportato qualcosa a questi giorni. Semi, piante, conoscenze, aiuti in cucina, condivisione dei propri sogni e delle proprie emozioni, idee. Nuove collaborazioni sono nate in seno a conversazioni in cui gli occhi brillavano di entusiasmo.

Circa 180 piante, da 4 vivai diversi, che hanno arricchito tutte e 7 le fasce vegetazionali di una food forest (alberi ad alto e basso fusto, arbusti, erbacee, geofite, rampicanti…ma anche idrofite!) occupando tutte le nicchie di una naturale serie evolutiva vegetazionale (strato emergente, alto, medio basso, tappezzante, lianoso, ecc…).
Le specie sono state scelte in modo da poterne ricavare, in futuro, quanta più utilità possibile. Alcuni esempi? Cibo (Meli, peri, ciliegi e altri fruttiferi), legname da paleria (Popolus nigra), legname da ardere (Juglans regia), fibre (Salix alba), foraggio (Fraxinus angustifolia), fertilizzazione dei suoli (Anagyris foetida), farmaci e sostanze chimiche per la lotta integrata (Tagetes lemmonii), divertimento (Viburnus tinus), aiuto alla biodiversità (Crataegus monogyna), siepi frangivento (Phyllirea angustifolia) o siepi spinose (Rosa sempervirens). Ogni pianta ha rappresentato un elemento con almeno 3 funzioni diverse!

Circa 500 kg. di letame equino, guano di piccione e compost maturo. Il primo mi era rimasto da lavorazioni precedenti, mentre costruivo quest’inverno il nostro primo orto a lasagna. Il secondo è stato faticosamente spalato a mano, grazie all’insostituibile aiuto di un amico. Il compost invece è stata una bella sorpresa! Grazie ai consigli di nuovi amici permacultori sono riuscito ad accellerare un sacco i tempi e ottenere diversi mq di ottimo terriccio in pochissimi mesi.
Da non dimenticare 16 mq. di cippato e pacciamatura. Un po’ proveniva da materiale che avevo già triturato dalle potature di quest’anno, ma il grosso lo hanno creato i corsisti, dando fondo ad un boschetto di Diospyrus virginiana spuntato nelle vicinanze e che intralciava l’accesso a terreni vicini. Penso che il nostro biotrituratore non sia mai stato tanto felice, circondato da numerose persone che non vedevano l’ora di ficcargli dentro rami e ramaglie per poi godere delle vibrazioni estatiche che le sue basse frequenze regalavano alla platea (gnom-gnom-gnom-gnom….!)

8 chili di semi sono stati sbucciati, preparati e distribuiti ai corsisti, di modo che possano andare a donare la loro energia vitale nei futuri progetti in Permacultura che, speriamo, sbocceranno da questo corso. Abbiamo inoltre calcolato di aver consumato circa 110 kg. di cibo, dato che i pasti, tutti vegetariani, sono stati DAVVERO apprezzati. Abbiamo tentato di dare ai nostri corsisti cibo “etico”. Ci siamo detti che tutto quello che offrivamo doveva avere almeno una delle seguenti caratteristiche: biologico o da agricoltura naturale, a km zero, dal prezzo equo ma non gonfiato, frugale, con caratteristiche fortemente regionali e, per finire, scartato dalla grande distribuzione. E ci siamo riusciti, quasi per tutto quello che abbiamo proposto!

Insomma, per dirla in breve con le parole del buon amico Mathia:
<< tre rigeneranti giornate di Permacultura e Agroforestazione tra persone stupende, cooperazione e sorrisi, calorosa accoglienza e organizzazione attenta, voglia di fare, fauna nascosta, sublimi pasti, biotrituratori nirvanici, piante espansive e potature abbestia, biomassa rivelatrice e cippato a volontà, confronti costruttivi e digressioni psichedeliche, per gettare le basi di una esuberante foresta e tante nuove sinergie sotto la guida attenta di un maestro illuminante.>>

GRAZIE ancora a tutti quelli che hanno reso possibile questo incontro magico.
Il vostro caro Totò

Salvatore Bondì
Naturalista, specializzato in Biodiversità ed Evoluzione.
Ornitologo. Permacultore. Bighellone per necessità.
C’è sempre un perché a piantare alberi in Sicilia
Buonasera Salvatore. Ti ho potuto apprezzare oggi pomeriggio nello zoom sul legame tra gli uccelli e il fuoco, e adesso sono approdato in questo fantastico blog. A quando un altro corso di food forest?
Ciao! Speriamo a presto, anche se organizzare un buon corso è roba tosta 😊
Se sei interessato, ci sono tanti gruppi sui social dove si parla di Permacultura (ad esempio “Permacultura Italia” su FB) e dove spesso pubblicizzano corso, a volte anche in Sicilia, dove esiste una bella rete di permacultori.