Usa soluzioni piccole e lente – Radix auricularia

radix auricularia

Questa storia comincia con un documentario. Uno di quelli belli e soporiferi, con la voce suadente, che riesce ad intorpidire i sensi anche al più appassionato naturalista. Uno di quelli che utilizzo per passare il più rapidamente possibile dalla veglia al sonno, in quell’ora e mezza che nostro figlio ci concede dopo pranzo. Bisogna essere rapidi, quindi si va su Rai5, ci si mette sul divano e se sceglie uno ben fatto, perché altrimenti le nozioni sbagliate o gli errori grossolani ti fanno rigirare le budella.
Questo era davvero bello, sul bacino idrografico del Rio Negro. Evidenziava come, ogni volta che sulle Ande pioveva, tonnellate di acqua si riversano in una enorme zona acquitrinosa, trasportando enormi masse di detrito e fogliame. Le mie palpebre cominciavano a chiudersi.

luogo introspettivo
Il mio luogo introspettivo a casa Acquagrande: la gebbia!

Questa informazione andava a risolvere un dubbio che mi affliggeva da tempo e a cui non trovavo soluzione. Il mio angolo zen, nel giardino in Permacultura di casa Acquagrande, costituito da una piccola vasca in muratura, si riempiva di alghe filamentose appena la temperatura annuale si innalzava. A nulla potevano l’ombreggiatura o le piante ossigenanti. Con l’arrivo dell’estate la superficie diventava un’unica massa spessa e limacciosa, creando una zona anossica al di sotto e diminuendo l’attività ossigenante del Ceratophyllum. Inoltre non mi permettevano di vedere niente della vita acquatica sotto. Come se non bastasse, appena arrivava l’autunno e l’acqua si raffreddava, tutto ciò che era sotto, in stato di decomposizione anaerobica, risaliva di botto a galla, in un tristissimo spettacolo violaceo.<<Utilizza soluzioni piccole e lente>>, avrebbe detto Bill Mollison, fondatore della Permacultura. Ed in effetti, cosa c’è di più lento di una chiocciola acquatica?

rane verdi
Le alghe verdi, un grosso problema! Non che alla fauna dispiacciano, anzi….
(Rane verdi – Pelophylax sp.)


Mi serviva una chiocciola grossa, affamata e assolutamente autoctona. Così approfittando della “Zagara d’autunno 2019” che si teneva in quei giorni all’Orto botanico di Palermo, andai a colpo sicuro. Ricordavo infatti di aver scoperto, durante un corso che avevo tenuto, la presenza di Radix auricularia in una delle vasche storiche dell’orto, che infatti era libera da alghe e con acqua limpida. Armato di moglie, figlio desideroso di buttarsi nella fontana e amico fidato, riesco a prelevare tre grossi esemplari che cominciano un epico viaggio fino a casa mia in un….bicchiere di plastica trovato chissà dove.

radix auricularia
Tre malcapitate Radix auricularia partono per un viaggio che le cambierà la vita…!

Così, in una brumosa mattina di Ottobre, le tre Radix auricularia arrivano a casa Acquagrande. Rimangono un attimo attonite, per la presenza di tanto ben di Dio, e poi si tuffano col loro lento incedere, scomparendo alla vista nella selva di alghe filamentose. Non ne saprò più nulla fino per mesi.
Le Radix auricularia sono chiocciole grandi ca. 3 cm, della famiglia Lymnaeidae, adattate alle acqua stagnanti o molto lente, purché vi sia un fondale limoso. E’ una vera e propria forza della natura in quanto riesce a proliferare anche in condizioni anossiche, in acque inquinate da metalli pesanti o con livelli molto alti di batteri oppure ancora piene di solfuri o prodotti di scarto della decomposizione. Insomma, inarrestabile!

radix auricularia alghe
Radix auricularia nella loro nuova casa.


Le Radix auricularia sono molluschi detritivori e raschiatori, nutrendosi anche di alghe e materiale vegetale morto o marcescente. E’ ermafrodita insufficiente, quindi bastano due esemplari a fare da propagulo per una nuova colonizzazione, producendo “solo” 100-120 uova a volta. Attenzione, le informazioni sul web riguardanti questa specie contengono anche una lista che annovera parecchie decine di parassiti potenziali per l’uomo. Ricordate quindi di non considerarla come specie commestibile.

Tutto tace fino a Marzo. L’inverno era passato, gli anfibi cominciavano a deporre nella mia vasca e una mattina, in un angolo, vedo una bellissima Radix intenta a brucare sul Ceratophyllum. Ce l’aveva fatta! Aveva superato l’inverno. Ed era anche diventata più grossa. Ma sarebbe riuscita a riprodursi? Che fine avevano fatto le altre due? La vasca era davvero piena di vegetazione e scovare le altre risultava praticamente impossibile.

radix auricularia alghe
Radix auricularia in sessione di pascolo.

La sorpresa arriva in questa estate 2020. Le alghe filamentose cominciano ad apparire, proliferare, ma poi all’improvviso il loro volume diminuisce. A inizio Agosto non vi è che qualche stralcio verdastro in giro per la vasca. A metà Agosto nulla. Decido di fare una occhiata più da vicino e….sorpresa! Un tappeto di piccole Radix auricularia sta allegramente banchettando in ogni dove, processando meticolosamente qualsiasi forma organica commestibile. Un successone. In un solo angolo della vasca ne raccolgo almeno una quarantina!

L’aspetto della vasca è sensibilmente migliorato. Non più una poltiglia calda e sbrodolosa di alghe verdi, ma un tappeto vivo di Ceratophyllum. Ciò significa che:

  • l’acqua è fresca e ossigenata, permettendo a molte più specie di utilizzare la vasca e aumentando quindi la biodiversità
  • Io posso utilizzare parte del Ceratophyllum come sostanza azotante per il compost, completando un disegno di progetto che avevo dall’inizio
  • Posso inoltre separare insetti e anfibi dalla vegetazione che utilizzo a fini di biomassa per il compostaggio (con le alghe era un casino!).
  • Sarà inolte un caso, ma per la prima volta quest’anno in vasca si sono riuscite a riprodurre le rane verdi, oltre ai discoglossi. E inoltre ho trovato delle larve di Aeshnidae, libellule che prima d’ora non avevano mai depositato le uova.
radix auricularia fitodepurazione
Il mio angolo introspettivo… senza più alghe verdi!

E’ proprio vero, favorire singole specie chiave consente all’ecosistema di tornare all’equilibrio in termini veramente rapidi. <<Utilizza soluzioni piccole e lente>> ha funzionato alla grande!. Sono bastate tre chiocciole e un anno di attesa per ottenere un filtro naturale, un angolo introspettivo di molto migliorato, materiale utile ad azotare il mio compost e una schiera di simpatiche mangione.

Viva Radix auricularia!

Il vostro caro Totò

9 risposte a “Usa soluzioni piccole e lente – Radix auricularia”

  1. Bel risultato ,il problema delle alghe filamentose affligge un po tutte le vasche all’aperto e non solo e specialmente in estate, qualche esemplare mi sarebbe utile

    1. Se passi a trovarci, te ne doniamo qualche esemplare più che volentieri! Penso che siamo quasi vicini di casa 😁

      1. Ciao, sono “inciampata” sul tuo blog cercando Radix Auricularia in internet! Ho un acquario, mi piacciono molto queste lumache e sarebbero le protagoniste della mia vasca visto che non ho pesci, ma non riesco a trovarle da nessuna parte. So che abitiamo lontani (io sono di Livorno), ma non sarebbe possibile inviarmene un paio? Fammi sapere, grazie

        1. Ciao! E’ sempre bello che la gente inciampi su Saturi di Natura durante una ricerca. Radix auricularia è davvero diffusa, basta solo capire bene che tipo di ecosistemi frequenta. Ti consiglio di contattare un tuo concittadino, Riccardo Banchi (lo trovi facilmente sul web) che è un grandissimo appassionati di limnologia e potrebbe aiutarti. Ha creato il laghetto del centro entomologico di Piombino, dove gestisce anche diverse vasche divulgative con specie italiane. Meglio di lui, chi può aiutarti?
          Scusa la curiosità…come mai vuoi creare una vasca solo per le Radix?

          1. Ho due vasche, una da 20 litri con neocaridine, Melanoides e Planorbelle, e diverse piante. Poi ho una vasca da 10 litri troppo piccola per i pesci, è carina, con piante galleggianti, ma è vuota, ci sono solo poche Planorbelle, e pensavo di farla diventare la casa di un paio di Radix. Mi piacciono tanto, assomigliano a delle Physa giganti!😁

  2. E si mangia le alghe filamentose e non il Ceratophyllum ? Un prodigio

    1. Mangia anche Ceratophyllum, affollandosi sulle parti morte o marcescenti della pianta. Beh, se avessi a malapena una radula a forma di raschietto e dovessi scegliere tra una Angiosperma con tessuti complessi e strato celluloso esterno molto spesso, e un’alga filamentosa in cui ogni filamento è in realtà una serie di morbide celluline disposte in fila….tu cosa sceglieresti? 😀

  3. Maurizio Pavone dice: Rispondi

    Bellissima esperienza! Amo moltissimo le vecchie vasche e i fontanili e sono uno “sbirciatore” inguaribile di questi piccoli e ricchissimi biotopi. Mi piacerebbe inserirle nelle mie vasche se hai possibilità di spedirle in un sacchetto per pesci, così mi feci arrivare le Lymnaea stagnalis, altro carrarmato divoratore di detriti organici e alghe. Sto cercando di sistemare piccoli biotopi compromessi nell’Agro Romano. Grazie per la risposta.

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