Emidattili e alberi. Fare lo zoologo in giardino…

Si può fare scienze nel proprio giardino? La risposta non è sì.
E’ SI’, ECCOME!
Molti dei pilastri dell’ecologia e delle scienze naturali hanno formulato princìpi fondamentali dopo ore ed ore di osservazione nell’orto familiare, nel cortile o nelle campagne attorno casa. Darwin era famoso per questo. Lorenz diceva di se stesso: “Io sono una persona molto pigra, e la mia pigrizia mi rende assai migliore come osservatore che non come sperimentatore”.
Nella torrida estate del 2012, a tre anni dall’istituzione del mio bio-giardino, la vita era più florida che mai. Soprattutto erano tornati gli insetti e con essi i loro predatori. Cosa c’è di più bello, nelle sere estive, che fare una passeggiata in giardino a godersi il fresco tanto desiderato durante la giornata? Amavo quelle passeggiate in notturna perché a farmi compagnia, negli angoli più bui e tranquilli, c’erano decine di Emidattili (Hemidactylus turcicus), un geco abbastanza comune ma dalle abitudini molto discrete. In particolari notai che:

Fenotipi differenti di Emidattilo (Hemidactylus turcicus). Tutti gli esemplari sono stati fotografati durante la stessa notte di campionamento.

-la diversità tra gli individui era davvero notevole! Alcuni erano pallidi e con pochi segni distintivi, altri con marcature ben delineate, altri così marcati da sembrare quasi melanici!
-Riuscivo a riconoscere alcuni individui, sempre gli stessi e sempre negli stessi luoghi. In particolare, una femmina che…
-….viveva su un nespolo del Giappone! E con sorpresa notai che altri alberi ospitavano almeno un emidattilo a notte.
Volevo saperne di più. Non sapevo che i gechi utilizzassero anche alberi per cacciare durante la notte, così come mi chiedevo quanti gechi vivessero nel mio giardino e se questi utilizzassero sempre le stesse zone. Occorreva un disegno sperimentale, un buon metodo per campionarli e l’aiuto di un valido amico, materializzato nella persona di Alessandro Baragona.

Una femmina di Emidattilo, schedata come N002, affettuosamente nominata “Pacman” per il caratteristico spot nella zona pelvica. Fotografata nel 2013 come juv. è stata poi ricontattata dopo più di un anno. I segni individuali hanno subito una variazione minima

Assieme a lui abbiamo appurato che il pattern distintivo di ogni esemplare non cambiava durante il corso della vita. Durante le notti dei tre anni successivi abbiamo localizzato e fotografato ogni emidattilo che trovavamo in giardino. Ogni foto è stata identificata in modo da capire se fossero catture nuove o ricatture, con l’aggiunta di dati biologici come l’ora, la data, il sesso e soprattutto la tipologia di habitat in cui l’emidattilo gironzolava al momento della foto. Ci interessava sapere quanto utilizzassero gli alberi! Inoltre, per le ricatture veniva appuntata la distanza in metri dal precedente avvistamento fotografico.

Qualcuno vuole appurarsi che non ci siano errori nella foto-identificazione…!!! (foto di Alessandro Baragona)

I risultati sono stati entusiasmanti!
Abbiamo identificati un minimo di 153 emidattili diversi (sottolineo che il mio giardino è grande 100 mq), anche se gli indici davano una stima di popolazione più grande (ca.200). I gechi si dimostravano attivissimi nel mese di aprile e per tutta l’estate e l’autunno, sia come numero di catture fotografiche che come spostamenti. Quest’ultimi sono davvero minimi. In media un esemplare non si muove per più di 2 metri, anche se un giovane emidattilo è stato ricontattato come adulto a 32 metri di distanza. Gli indici statistici indicano che maschi e femmine si spostano diversamente durante il corso dell’anno, ma coprono le stesse distanze.
La cosa più interessante è stata quella di rilevare come l’utilizzo degli alberi avvenga soltanto nei mesi estivi, con un alto tasso di catture ad agosto. E che sono soprattutto le femmine ad utilizzarli, tant’è che l’utilizzo degli alberi incide positivamente sulla media degli spostamenti delle femmine. C’è infatti un picco negli spostamenti delle femmine a luglio, che coincide con l’aumento dell’uso dell’habitat arboreo nel periodo estivo.

Emidattilo su branca di ulivo

Lo studio comprende molti altri risultati e dà il via a discussioni sull’ecologia di questa specie, nonché a nuove domande. Devo dire però che “giocare” (perché di questo si tratta) a fare il ricercatore ed esercitarsi nella pratica di zoologo nel proprio giardino di casa…non ha prezzo!

Per scaricare liberamente l’articolo su “Il naturalista siciliano”

Il vostro caro Totò, e il fido Alessandro!

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