Ieri sono rimasto piacevolmente impressionato dallo spettacolo di quattro maschi di Vanessa del Cardo che pattugliavano costantemente un bellissimo filare di Lantana in fiore, unica promessa di nettare in chilometri di pianure riarse nelle campagne del Trapanese. Le farfalle, dal volo veloce e potente, pattugliavano costantemente i filari in fiore, dandosele spesso di santa ragione. Mi hanno fatto sorridere, ripensando a quanti bambini, durante la mia carriera da guida escursionistica, mi dicevano che “le farfalle vivono solo tre giorni”.

A questi bambini avrei volentieri raccontato la storia delle due Vanesse più comuni sul nostro territorio: la Vanessa atalanta e la Vanessa cardui. Due farfalle diurne molto vistose e abbastanza conosciute, facili da identificare. Avrei raccontato delle magnifiche migrazioni che compiono queste due specie volando per migliaia di chilometri, ma non potevo….semplicemente all’epoca (pochissimi anni fà) nessuno ne era a conoscenza!
Vanessa atalanta, la farfalla Vulcano, alle nostre latitudini depone le uova già ad inizio febbraio ed i bruchi, insaziabili e famelici come tutti i bruchi del mondo, si rimpinzano di ortica fino a decuplicare le proprie dimensioni in appena 40 giorni. Poi dalla crisalide esce questa bellissima farfalla nera e rossa, dal carattere vivace come i colori che la rappresentano. Ha due o tre generazioni durante la bella stagione. Le giovani farfalle che sbucano dalla crisalide a fine estate possono, se abbastanza in forma, trascorrere l’inverno in nascondigli bui e tranquilli. Uscire nelle rare giornate di sole invernale a riscaldarsi un po, aspettando pazienti che arrivi Febbraio per accoppiarsi e ricominciare a colonizzare i prati e le scarpate piene di ortiche, vivendo così per decine di mesi.

Solo da pochi anni si è scoperto che queste due farfalle sono in realtà grandi viaggiatrici. All’inizio della primavera entrambe cominciano un lungo viaggio verso Nord, inseguendo la primavera che fa rinverdire i campi e ammanta tutto di fiori. Le Vanessa atalanta possono, in una sola generazione, coprire migliaia di chilometri partendo dal Mediterraneo e andando a deporre le uova negli umidi prati inglesi, o in Scandinavia. Ma niente in confronti alla Vanessa cardui, che parte addirittura dall’Africa equatoriale e che, nel caso degli esemplari che colonizzano le aree nordiche dell’Europa, compie viaggi di più di 10mila chilometri. Vere e proprie migrazioni.
Si conoscevano già l’incredibile migrazione della farfalla Monarca americana (Danaus plexippus), che però in confronto a quella delle nostre Vanesse sembra più una staffetta: le farfalle migrando dal Messico al Canada circumpolare, ma in 6 generazioni nel corso di un anno. Ad arrivare nel Nord del continente americano sono i bis-bis-bis-nipoti delle farfalle che hanno svernato in Messico.

Come si è scoperto tutto ciò?
Nel 2016 questo studio ha permesso di mappare Il ciclo di migrazione completo della Vanessa del cardo, grazie ad un team internazionale di ricercatori che ha utilizzato i profili chimici degli insetti. I ricercatori hanno analizzato gli isotopi delle ali delle farfalle mediterranee (la prima generazione dell’anno), scoprendo che la chimica degli elementi che le componevano rispecchiava quella di un ambiente tropicale, e non temperato come il Mediterraneo. Dovevano per forza essere nate ai Tropici e arrivate da noi volando!
Inoltre parecchi radar hanno evidenziato come queste due specie di farfalla possano volare a 500 metri di altitudine e a velocità di 45 km/h, sfruttando venti favorevoli agli spostamenti verso Sud o verso Nord.

Ma la cosa che mi riempie pieno di orgoglio è che, prima dei radar e degli isotopi, sono stati i comuni cittadini, grazie a numerosi progetto di citizen science, a segnalare i tempi di comparsa delle due farfalle. Grazie a foto di adulti e bruchi, semplicemente aggiungendo la data e il luogo di scatto, chiunque ha potuto dare un grande contributo agli studiosi del fenomeno. E’ stata la gente comune a dare una grande spinta ai ricercatori, nello studio di questo comportamento così inusuale, in particolare grazie al progetto “The worldwide Painted Lady Migration” per la Vanessa cardui e a diversi portali di citizen science, in particolare INaturalist per la Vanessa atalanta.

Due esempi di scienze partecipativa, quindi, in cui ognuno ha potuto dare il proprio contributo per il sapere collettivo. Anch’io nel mio piccolo ho inserito i dati ripescando dai miei archivi fotografici tutte le date in cui avevo avvistato le due specie.
Le farfalle, specie bandiera per eccellenza, possono avvicinare le persone alla scienza e renderle a conoscenza di fattori ecologici ambientali come la perdità di biodiversità o l’inquinamento delle zone agricole.
Un paio di ali colorate per far capire alla gente che non esistono barriere geografiche!
Il vostro caro Totò
Per maggiori info su Vanessa atalanta:
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Per maggiori info su Vanessa cardui:
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Per maggiori info sulla migrazione delle farfalle:
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Salvatore Bondì
Naturalista, specializzato in Biodiversità ed Evoluzione.
Ornitologo. Permacultore. Bighellone per necessità.