Lucertole mediterranee come fringuelli di Darwin? Mmm…no!

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Fringuelli di Darwin – foto di Pikaia.eu

Siamo nel 1835, il 15 settembre in particolare. Un giovanissimo Darwin, appena ventiseienne, sta per scendere la passerella del brigantino Beagle e poggiare i piedi sulle spiagge vulcaniche delle isole Galapagos. Proprio lì, il famoso naturalista troverà un caso da manuale a testimonianza di uno dei processi evolutivi più straorindari: la radiazione evolutiva dei fringuelli di Darwin.

Egli capì infatti che le 14 specie diffuse tra le varie isole, che presentavano becchi e comportamenti adatti a strategie alimentari completamente diverse, erano in realtà originatesi tutte da un’unica specie arrivata alle Galapagos per caso. Questa, trovando innumerevoli nicchie ecologiche vuote, si era diffusa ovunque, differenziandosi in molte specie diverse. Sono diventati il gruppo di vertebrati più conosciuto in ambito evoluzionistico e hanno così tanto influenzato i nostri studi di Scienze Naturali, che spesso la parola “specie” e “isole”, oppure “isolamento” ci fa subito pensare ad una radiazione evolutiva (ne abbiamo parlato da poco, usando come esempio le Salamandre).
Beh…non è sempre così!

podarcis waglerianus
Podarcis waglerianus

Prendiamo un esempio appena fuori dalla porta di casa nostra: Le lucertole mediterranee del genere Podarcis! Distribuite più o meno uniformemente in Africa Nord-occidentale, tutta l’Europa meridionale e parte della Turchia. Contano ben 17 specie buone, più un numero impressionante di sottospecie e varianti locali.

Di queste specie, in Sicilia ne abbiamo ben 4, di cui due molto distribuite (ne abbiamo parlato qui) e due relegate alle isole minori:

  • Podarcis siculus, distribuita in tutta la Sicilia ed in tutte le  isole circum-siciliane (nonchè in tutta Italia e parte delle coste balcaniche),
  • Podarcis waglerianus, endemita siciliano e presente in tutta l’isola principale (tranne il settore nord-orientale) e le isole Egadi,
  • Podarcis raffoneae, un rarissimo endemita delle isole Eolie e oggi circoscritta a pochissimi scogli quasi inaccessibili,
  • Podarcis filfolensis, lucertola endemica dell’arcipelago maltese ma che ha colonizzato anche l’isola di Linosa e lo scoglio di Lampione (e da poco anche Lampedusa, dove per ora è abbastanza circoscritta!).
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Podarcis filfonensis – foto di Alessandro Barra

Da ciò si potrebbe dedurre che queste 4  specie, tutte molto simili tra loro, siano specie sorelle e originatesi durante la complessa storia del Mediterraneo e delle sue isole. Ma non è così! Un recente studio del 2000 ha infatti analizzato minuziosamente il DNA delle 17 specie di lucertole mediterranee rivelando una storia biogeografica abbastanza movimentata!

Podarcis waglerianus e Podarcis filfolensis sono risultate essere le uniche due specie sorelle, ed anche quelle più giovani! La speciazione è avvenuta soltanto 500.000 anni fa (Pleistocene), alla fine dell’ultima glaciazione. Lo scioglimento dei ghiacciai infatti innalza il livello dei mari portandolo all’assetto odierno. Sicilia e Malta diventando due isole distinte e separate e la specie progenitrice (affine a Podarcis muralis, una specie italiana) rimane isolata in due popolazioni su due isole diverse. Una diventerà la verdissima Lucertola siciliana, o L.di Wagler (P.waglerianus), l’altra la maculatissima Lucertola maltese (P.filfolensis).

Podarcis raffoneae
Podarcis raffoneae – foto di Simone Costa

Podarcis raffoneae invece è risultata essere la più vecchia delle 4 specie siciliane!
I risultati però evidenziano due fatti incredibili! Il primo è che l’analisi mitocondriale suggerisce una speciazione avvenuta ca. 10 milioni di anni fà (Miocene) e la sua specie sorella è Podarcis tiliguerta, diffusa in Sardegna e Corsica. Il secondo è che la sua attuale distribuzione è relegata alle sole isole Eolie, che però sono emerse dal mare solo 1,5 milioni di anni fa!
Cosa è successo? Probabilmente l’attuale Lucertola eoliana doveva avere una distribuzione comune in tutta la Sicilia e nel sud della Calabria (allora anch’esso isola!) e dopo una massiccia estinzione sulle isole principali, è rimasta confinata all’arcipelago Eoliano (dove è arrivata casualmente, per dispersione!).

E la Podarcis siculus?
Probabilmente la sua speciazione è parallela a P.raffoneae (Pleistocene), ma è avvenuta nella parte mediterranea continentale ed arrivata in Sicilia soltanto dopo. Ci sono buone evidenze per pensare addirittura che la Lucertola campestre (P.siculus) sia stata molto favorita dall’arrivo dell’uomo sull’isola, o che sia addirittura arrivata con lui, in tempi preistorici!
Ad oggi infatti è la specie più sinantropica di tutte, occupando tutti gli habitat disturbati da attività umane, a differenza delle altre 3 specie che sono invece molto legati ad habitat più integri.

podarcis siculus
Podarcis siculus

La convivenza di P.siculus con Podarcis waglerianus Podarcis filfolensis va relativamente bene. Le due specie infatti sono ben differenziate geneticamente (non creano facilmente prole ibrida) e occupano nicchie ecologiche abbastanza differenti, per cui entrambe le specie riescono a convivere con la super-colonizzatrice.
Per Podarcis raffoneae invece, l’arrivo di P.siculus (anche) sulle Eolie si è rivelato un disastro. Le due specie infatti sono abbastanza vicine sia geneticamente che a livello ecologico, occupando nicchie ed habitat molto simili. Nel giro di qualche decennio la specie eoliana è praticamente scomparsa, in seguito ad ibridazione, occupazione di territorio, cambiamenti ecologici delle isole (sempre più antropizzate). Ad oggi è confinata a 3-4 scogli inaccessibili ed è uno dei vertebrati più a rischio di estinzione a livello europeo. Urge intervenire prima di vederla scomparire del tutto.

Niente radiazione evolutiva, quindi, ma una complessa storia di isole, collegamenti alla terra ferma, colonizzazioni e successive dispersioni, lotte tra specie e una spietata competizione.
Più vicini al trono di spade, forse, che ai fringuelli del giovane Darwin!

Il vostro caro Totò

Per maggiori informazioni sulla P.raffoneae
Articolo molto completo su attuale distribuzione e misure di conservazione

2 risposte a “Lucertole mediterranee come fringuelli di Darwin? Mmm…no!”

  1. Valeria Bellinaso dice: Rispondi

    Caro Totò, vi seguo sempre con interesse ma oggi con ancora più piacere perché i piccoli rettili, lucertole, gongili, gechi, serpentelli, mi affascinano tantissimo …credo per il loro vivere stravagante, orizzontali a terra, verticali sui muri, a testa in giù, saettanti e sinuosi, sempre eleganti …quindi doppio grazie per questo post ! Cordialmente Valeria

    1. Saturi di Natura dice: Rispondi

      Grazie a te per l’apprezzamento! Scrivere è un piacere, se poi gli articoli piacciono, il piacere è doppio!

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