Di nuovo quella sensazione.
Una commistione di irrequietezza e trepidazione mentre il traghetto affonda la sua prua tra le onde di un mare blu cobalto. Sole, aerosol marino e migrazione primaverile. E’ Aprile, il periodo più bello dell’anno. Quando la prima delle isole Eolie si staglia chiara contro l’orizzonte è ormai chiaro che sono in pieno zugunruhe. Arrivato in questo arcipelago per conto dei lavori di Falcon Conservation, ho solo tre giorni per monitorare i nidi dei Falchi Pellegrini nidificanti nelle isole principali. Pochissimo tempo e troppe cose da vedere. Ma è primavera piena e già in pieno mare è un tripudio di piccoli migratori che attraversano il Mediterraneo in un impeto riproduttivo irrefrenabile. La natura è in piena esplosione di vita!

Le Eolie rappresentano per me un sogno a lungo rimandato. Per un Naturalista, approdare sulle piccole isole è sempre un piccolo viaggio Darwin-style, una passeggiata alle Galapagos in versione tascabile. Mi tornano subito in mente le cime boscate di Marettimo, la roccia nera di Ustica, la gariga di Lampedusa e le incredibili spiagge nere di Lanzarote e Tenerife. Ma le isole Eolie hanno un fascino tutto loro. Alla magia da isola in pieno mar Mediterraneo si respira anche un sapore antico di vulcanesimo, di creazione. Vulcano odora ancora di zolfo, mentre le strade fumano di vapori primitivi. E di notte Stromboli, la più lontana ed attiva delle Eolie, è in perenne attività, risultando un faro naturale nell’oscurità.

Lipari si dimostrerà intensamente abitata, con strade che rendono accessibile ogni parte dell’isola, intensamente costruita. Solo il lato nord è un po più selvaggio, con splendide pareti a picco sul mare e colori incredibili. L’isola si rivelerà inoltre deludente per il nostro lavoro sul Falco pellegrino, ma ci allieterà con le numerose coppie di Corvi imperiali, veri padroni dell’isola e presenti praticamente su ogni falesia, con nidi a cesto dalle dimensioni spropositate. Questa nella foto era la indiscussa dominatrice di una bellissima falesia di riolite rossa, che ha ben pensato di banchettare con un grosso ratto mentre cercavamo, invano, falconi tutt’attorno.

Ci trasferiamo a Salina, isola molto più selvaggia e con pareti più integre e meno disturbate dalla presenza massiccia di turisti. A picchi di ansia, per il tempo che passa velocemente senza risultati, si alternano momenti di puro entusiasmo primaverile: i migratori sono ovunque!
Sulla fittissima macchia mediterranea, che ammanta i due coni vulcanici di Salina, tra le cascate di fiori di erica, cisto e ginestra che ammantano ogni cosa, appaiano i colori sgargianti dei passeri solitari, quelli più sobri delle averle, i gialli sgargianti delle cutrettole. Gli alberi sono pieni di Luì, che becchettano tra gli aghi dei pini ripulendoli dai parassiti. Indolenti, arrivano a pochi passi dalle nostre teste, guardandoci curiosi. In alcuni momenti non si sa dove guardare prima. Ci sono uccelli praticamente ovunque!

La magia delle piccole isole è proprio questa: in poche settimane, nel corso dell’anno, si concentrano su questi fazzoletti di terra in mezzo al mare, milioni di uccelli in migrazione approdano su questi “porti sicuri” per una notte di riposo e un rapido pasto tra le sciare vulcaniche. Basta prendere zaino e binocolo, inoltrarsi di qualche centinaio di metri nella macchia mediterranea e sdraiarsi a terra sotto il bellissimo sole. Se non vi fate distrarre dai profumi delle fioriture, dopo pochi secondi i cespugli si animeranno di canti, di apparizioni fugaci o di lunghe osservazioni da tachicardia. Specie rare si accostano a specie stanziali, uccelli della Tundra siberiana si alimentano di moscerini zigzgando sulle pale di fico d’India, incuranti della nostra presenza, quasi fossimo un elemento naturale come la ginestra spinosa che vi pizzica la schiena (magari!).
Ai migratori si affiancano le decine di specie nidificanti. Le Eolie pullulano di fringillidi (fanelli e cardellini sono davvero ovunque!), ma anche passeri, merli e silvidi.

Attenzione però!
La Natura non è solo magica poesia. Gli uccelli arrivano letteralmente stremati, esaurendo le loro riserve di grasso durante le traversate e atterrano alla disperata ricerca di riposo e di cibo. Per i tanti che ce la fanno, compiendo viaggi di migliaia di chilometri, molti altri soccombono, facendosi vincere da una fredda giornata di tramontana, o dalle fauci di un gatto randagio. Questi esemplari muoiono sul ciglio di una strada, lontani dalle savane africane dove svernano e dalle selve europee di cui riempiono la primavera di canti

Questa però è la fortuna della specie per cui siamo venuti alle Eolie: il falco pellegrino!
Ci vorranno ben tre giorni ma alla fine, a poche ore dal ritorno a casa, troveremo ben due coppie nidificanti, di cui potremo ben studiare il nido e i loro comportamenti. I falconi si librano in volo, apparentemente senza sforzo tra le guglie vulcaniche, per tuffarsi in vertiginose picchiate da capogiro sui poveri migratori appena arrivati, che inevitabilmente cadono tra gli artigli dei predatori. Mors tua vita mea dicevano i romani, ed in effetti è difficile calibrare le emozioni tra la morte dello sfortunato passeriforme e i pigolii affamati dei giovani pellegrini al nido

Insomma, non smetterò mai di ripeterlo. Un viaggio sulle piccole isole, a godersi la migrazione e l’esplosione primaverile, è d’obbligo per il Naturalista. Le isole sono economiche, si mangia benissimo e ci si rilassa come pochissimi posti al mondo!
Munitevi di binocolo e andate!
Per ammalarsi definitivamente di “isolitudine”, vi consiglio di guardare qui e qui
Il vostro caro Totò


Salvatore Bondì
Naturalista, specializzato in Biodiversità ed Evoluzione.
Ornitologo. Permacultore. Bighellone per necessità.