Se un giorno passerete da Castel di Lucio (ME), paesino situato nelle alte terre di mezzo, tra le catene montuose dei Nebrodi e delle Madonie, non lasciatevi sfuggire l’occasione di visitare la chiesa madre. Alla destra dell’altare vi è un enorme quadro, dono votivo del sig. Giuseppe Franco, sotto il quale da ragazzino ho passato moltissimo tempo.

Nel quadro (che è davvero enorme!) viene raffigurato il Castello, la piazza del paese e la Chiesa Madre, con una dovizia di particolari impressionante (la maggior parte delle case dipinte esistono ancora, ed hanno le stesse inferriate ai balconi!). Dietro il corteo angelico si nota la Serra del Contrasto, nel territorio di Nicosia (EN), anche questa ritratta magistralmente. Ma se si guarda più attentamente, il quadro è intriso di simboli (il ceppo, il giglio, ecc…) che riguardano la storia del paese, molti dei quali non sono mai riuscito a decifrare. Su questa tela aleggia insomma, una vaga aria di mistero.

Tra tutti, il simbolo che mi ha sempre affascinato è proprio questo: il balestruccio! E’ incredibile come il pittore lo abbia ritratto con tanta maestria, non solo indovinandone le forme e la disposizione del bianco e del nero, ma anche dando perfettamente l’idea del movimento, del volo aggraziato di questa specie.
Perchè i balestrucci sono uno dei simboli di Castel di Lucio? Facile!
Basta uscire dalla chiesa per capirne il motivo: il lato lungo ne ospita una enorme colonia con centinaia di nidi, tutti addossati l’uno all’altro. Ed anche le altre chiese del paese (che ne ha “soltanto” quindici, una ogni 86 abitanti!) ospitano colonie numerose: pochi anni fa contai, nella sola chiesa di Santa Maria, quasi trecento nidi, il 90% dei quali attivo!
Passeggiare di domenica, in una mattina di primavera con le campane che suonano ed il chiacchiericcio dei balestrucci in fermento, appena arrivati in questi giorni, è qualcosa che ancora oggi mi provoca ondate di gioia. Che questo uccello, portatore di primavera e di vita, nonchè attivo frequentatore di chiese, abbia avuto un ruolo importante nella simbologia e nella storia cattolica dei nostri comuni?

Che il Balestruccio (Delichon urbicum) sia legato all’uomo, non è una novità. Anzi, delle 5 specie di Hirundinidae italiane è probabilmente il più legato ai centri urbani. Ma sembra che in Sicilia le chiese e le piazze dei centri urbani, specialmente se molto antichi, siano i posti migliori per trovare delle colonie con numeri impressionanti. Un esempio è Mezzojuso(PA) dove nella piazza principale ci sono due chiese, attaccate ed identiche, ma di fede diversa (una ortodossa, l’altra cattolica). Entrambe però ospitano non solo centinaia di nidi, ma anche un sito di raggruppamento pre-migratorio. Durante le sere di fine estate, migliaia di alucce nere e frementi si stipano sulla balaustra, larga pochi centimetri, bisticciando freneticamente come solo i balestrucci sanno fare. Idem a Niscemi(CL), dove a Piazza Vittorio Emanuele III i balestrucci la fanno da padrone, con la certezza matematica di trovare una coppa di fango ad ogni capitello.


Ma ai “misteri” dell’affiliazione tra balestrucci e chiese, se ne aggiunge uno ancora più eclatante: i raggruppramenti pre-migratori. Già a Luglio cominciano a formarsi assembramenti di individui, sopratutto giovani, che si riuniscono ogni mattina ed ogni sera, con una puntualità incredibile. Si puliscono, litigano, simulano accoppiamenti, salvo poi partire tutti insieme, in uno stormo roteante. I gruppi si ingrossano sempre di più perché durante l’estate si aggiungono i giovani delle seconde covate e gli adulti non riproduttivi. Arrivi e partenze sono sempre dettati da qualcosa che non si riesce a capire.
Questi che ho fotografato davanti casa si radunano ogni anno, il 1° Luglio, e rimangono fino all’8-10 Ottobre. Si radunano da decenni sui ferretti di questo palazzo incompleto, dalle sei alle sette di mattina, e dalle cinque alle otto di sera.


Dove vanno a dormire? Perchè utilizzano proprio questo posto? Cosa li spinge a formare gruppi così numerosi? Cosa dà il segnale di partenza collettiva?
Misteri!
Il vostro caro Totò
Per saperne di più sul balestruccio
Una interessante testimonianza sui raggruppamenti pre-migratori
Qualche notizia su Castel di Lucio

Salvatore Bondì
Naturalista, specializzato in Biodiversità ed Evoluzione.
Ornitologo. Permacultore. Bighellone per necessità.
ma, ma come finisce la storia???? che qualche castelluccese ci dia delle risposte almeno sul quadro!!! non possiamo rimanere con il fiato sospeso…..
Nel leggere il tuo articolo mi vengono in mente molte scene suggestive e singolari , di questi Balestruccj che si radunano a stormi e si destreggiano nell ‘aria in una danza vorticosa che aumentano sempre di più nel loro volteggiare e il loro stridio sembra quasi dire un Arrivederci alla prossima primavera……
Ma che bella avventura, grazie, al mio prossimo viaggio spero di visitare quei luoghi che non conosco !
Valeria Bellinaso
Totó,complimenti…é bellissima questa tua descrizione-riflessione,mi hai trascinato lì..che bello!é di nuovo primavera!un abbraccio!Marilena
Magnifica ed efficace descrizione. La medesima domanda,cosa è, chi da, il segnale della partenza,me la pongo anche io, relativamente però a migrazione di rondini che ho visto arrivare a stormi, un chiaro mattino di metà Settembre, 15 anni fà, a Faenza (Romagna), fondersi in un unico gruppo e dare il via ad un fantastica serie di evoluzioni strabilianti.
Si è verificato però un evento non comprensibile. Di fronte a mè, a circa 40 metri, c’è un un solo nido di rondine sotto la gronda di un condominio di 3 piani . Dopo 15/20 minuti ho notato che le rondini, in fila a distanza di alcuni metri l’una dall’altra, venendo dal basso,puntavano il nido e forse lo toccavano,e senza perdere velocità ripartivano. Nel frattempo gli stormi si erano riformati e volteggiavano sopra,come in attesa del loro turno.
La cosa è durat a per circa un’ora e mezza. Finito il saluto al nido, io lo definisco tale, gli stormi sono ripartiti tutti assieme verso sud/ovest.
È uno strano comportamento, da aggiungere agli altri misteri.
E’ un comportamento che ho visto spesso anche nelle altre specie di hirundinidi, come il balestruccio appunto, o la rondine montana.
E sì, sarebbe senza dubbio da approfondire!