Ci hanno fatto impazzire per anni!
Chiunque si appresti all’ornitologia sulla nostra isola, prima o poi si imbatte in un annoso dilemma: ma i passeri siciliani…che specie sono?
Da meno di un decennio si è capito che l’intera popolazione italiana di “passeri domestici”, dal Trentino a Reggio Calabria, è assimilabile ad una singola specie, Passer italiae, originatasi da incroci tra la passera oltremontana (Passer domesticus europaeus) e la passera sarda (Passer hispaniolensis), stabilizzatasi poi geneticamente.

E’ questo un caso rarissimo tra gli uccelli, probabilmente unico, mentre la nascita di nuove specie per ibridi stabili è molto più comune tra anfibi e pesci. All’inizio qualcuno ha storto il naso, notando che uno dei caratteri più vistosi della Passera d’Italia, il collarino nero dei maschi adulti era più sottile nelle popolazioni settentrionali, mentre dal Lazio in giù si allargava notevolmente. Questo è in realtà un classico esempio di cline fenotipico, un carattere che è molto differente nei due estremi della popolazione, ma che in realtà aumenta gradualmente secondo un cline (appunto) legato ad un fattore (latitudine, altitudine, ecc…)

Il problema si è però posto in Sicilia, dove il fenotipo dei passeri erano vistosamente diverso, tanto da “affidarli” temporaneamente ad una sottospecie della passera sarda, la Passer hispaniolensis maltae, o Passera di Malta. In senso stretto questa sottospecie dovrebbe essere ben caratterizzata, nel maschio, dalla testa color moka, il becco totalmente nero nel periodo riproduttivo e bicolore nel resto dell’anno, collarino nero ben delineato e abbastanza grosso, a volte presenza di fasce sottili lungo i fianchi. Le femmine sono praticamente identiche alla passera d’Italia, salvo per il becco appena più grosso e ombreggiature nere su petto e ventre. Praticamente un fenotipo esattamente a metà tra la passera sarda e quella d’Italia (che è già un ibrido tra la sarda e la europea)

Perchè Passera di Malta? Perchè non solo i passeri siciliani, ma anche i maltesi e i tunisini sono un pout-purri di caratteri intermedi tra la passera sarda e la passera d’Italia. Collarini stretti o larghi, dorsi neri, dorsi chiari, teste grigiastre o marroni, assenza o presenza di fasce nere lungo i fianchi. Ad un’analisi più approfondita le cose sono davvero complesse: i passeri siciliani presentano una varietà di caratteri veramente notevole, sopratutto sulla quantità e l’estensione di nero, che è praticamente impossibile a volte distinguerli dalle due specie sopracitate. Alcune sono così scure che sembrano proprio Passere sarde.

C’è però qualcosa che non quadra: i vocalizzi e l’ambiente utilizzato dai passeri siciliani sono identici a quelli di Passera d’Italia. La specie infatti risulta molto legata agli ambienti antropici, nidifica sopratutto in manufatti umani, non necessariamente vicino ad altre coppie. Comincia molto presto a deporre, riuscendo anche a compiere tre covate annue.

La Passera sarda invece è specie molto più coloniale e gli ambienti di riproduzione sono differenti, nidificando spesso all’interno di cespugli o filari di alberi in colonie che possono raggiungere anche le centinaia di coppie. Inoltre le Passere sarde sono migratrici, compiendo spostamenti annuali anche notevoli, data la distanza tra le varie popolazioni (in Italia nidifica nel delta del Po, in Puglia ed in Sardegna). E’ probabile che l’afflusso di geni dalle popolazioni di passera sarda sia stato maggiore nelle popolazioni siciliane, ma l’ecologia di queste popolazioni sono ascrivibili a Passera d’Italia

E poi giunge il 2016 ed un bellissimo articolo con approccio biomolecolare, estratto da uno studio multinazionale. Per studiare una popolazione algerina, ibrida tra p.sarda e p.europea (sti passeri non fanno altro che ibridarsi!), sono state analizzate sequenze di DNA mitocondriale di popolazioni italiane, spagnole, centro-europee e nordafricane. Nonché tre bei campioni genetici di passeri siciliani: uno orientale, uno occidentale ed uno micro-insulare. Ebbene, signore e signori, i passeri siciliani risultano geneticamente ascrivibili a Passera d’Italia! Addio quindi a Passer hispaniolensis maltae. Finalmente sembra chiudersi un capitolo imbarazzante dell’ornitologia siciliana.
Questo esclude la presenza di Passera sarda in Sicilia?
Forse non del tutto. L’anno scorso, col mio caro amico ed ornitologo Enrico Guzzo, abbiamo trovato una bellissima popolazione di passeri nella Sicilia meridionale totalmente nidificante su alberi. In un filare di Eucalyptus abbiamo contato ben 80 nidi globulari, tutti attivi e grandi anche 40 cm. Maschi molto neri, becconi grossi da passera sarda, atteggiamento molto selvatico. Le vocalizzazioni sembravano effettivamente diverse, ma non abbiamo potuto osservare bene i singoli individui. Chissà, magari nei prossimi mesi ci rifacciamo una capatina! Speriamo solo di non riaprire dubbi e discussioni…!!!
Il vostro caro Totò
Per leggere l’articolo sulle analisi biomolecolari degli ibridi Algerini
Per saperne di più sulla stabilità genetica di Passer italiae
Per leggere l’articolo storico che fece chiarezza su P.italiae
Qui una bella galleria di Passere sarde
Un bell’articolo storico sullo stato dell’arte del genere Passer in Sicilia

Salvatore Bondì
Naturalista, specializzato in Biodiversità ed Evoluzione.
Ornitologo. Permacultore. Bighellone per necessità.
Sono felice che siano in corso studi seri per capire qualcosa di più chiaro, nel limite del possibile, a proposito dei Passeri nel Paleartico occidentale e sui Passeri siciliani in particolare! Mi sento di incoraggiare chiunque a proseguire e ad approfondire qualsiasi studio sui Passeri di “questi gruppi”. Se ben capisco, purtroppo, rimangono ancora misteri e poca chiarezza…
Ciao Gabriele! I misteri servono a rendere gli studi più intriganti 🙂
Più che altro sarebbe forse il caso di considerare le Passere strettamente europee (italiae/hispaniolensis/domesticus) come gruppo-specie, un po come è successo per le coturnici che sono tutte specie molto affini e si ibridano facilmente. Vediamo tra un po di anni che novità salterà fuori.
Caro Salvo, non avevo capito che eri tu e che si tratta proprio dell’articolo per il quale mi avevi chiesto se potevi usare delle mie foto… sono rimasto molto sorpreso per aver riconosciuto le foto della coppia di Passer hispaniolensis maltae a Cava Grande del Cassibile dell’estate 2009. Per un attimo ho creduto fossero mie, ma non le ho trovate né sul mio album Fb dei Passeri né tanto meno nei miei documenti… in effetti sono foto un po’ più belle di quelle che ho fatto io guarda caso a Cava Grande del Cassibile proprio a luglio ’09!!! Ma ce le ho ben presente, dove le hai prese? Non ricordo lo studio di alcuni siciliani, ma ne ero venuto a conoscenza. Forse tra gli autori c’è anche Lo Valvo, Massa,…
Personalmente sono un po’ stufo di questi misteri irrisolvibili sui Passeri in Europa e non sono nelle condizioni di approfondire gli studi, purtroppo. Quindi per me non c’è niente di intrigante; al contrario sono infastidito da questi dubbi e confusione a riguardo.
Le foto sono mie 🙂
Se non sono proprio alle strette cerco sempre di usare foto fatte da me, per il blog. Altrimenti chiedo, ovviamente. Ormai la confusione riguardo ai passei pare essere svanita, almeno in ambito di Europa mediterranea 😉