Lanzarote, la più nord-orientale delle isole Canarie. Ben 800 km quadrati di ambiente vulcanico. Brullo, ma pregno di vita con un numero straordinario di specie, sottospecie e forme endemiche. Da buon arcipelago infatti, nelle Canarie il 40% delle specie vivono esclusivamente in queste 7 isole (125 specie di vertebrati e ben 8000 di invertebrati).
E per un amante dell’ornitologia questo è un vero paradiso!
Ben 6 specie totalmente endemiche
Columba junoniae (piccione di Bolle)
Columba bollii (piccione trocaz)
Fringilla teydea (fringuello azzurro)
Phylloscopus canariensis (luì delle Canarie)
Regulus teneriffae (regolo di Tenerife)
Saxicola dacotiae (Saltimpalo golabianca)
altre esclusive della Macaronesia, come il Canarino selvatico o la Pispola del Berthelot…e ben 36 forme endemiche di specie diffuse più o meno in tutto il Paleartico. Insomma, a livello biogeografico un vero e proprio scrigno di biodiversità. Immaginate di essere a metà del vostro viaggio di nozze (eh, si!) e dopo una giornata di mare e una bella doccia rinfrescante, sentite un verso assolutamente sconosciuto che proviene dal fondo del giardino, proprio davanti la nostra finestra. Ma non un verso qualsiasi. Eh già, questa è sicuramente una Averla!
Acchiappo binocolo e macchina fotografica al volo, bacino sulla guancia alla neo-moglie che sonnecchia a letto e mi precipito fuori. Poggiata sulle infiorescenze secche di alcune agavi che delimitano il giardino vulcanico, nero come l’inchiostro, una grossa Averla verseggia a tutto spiano, impettita e incurante dietro la sua mascherina nera da bandito.
Accoccolato a terra riesco ad avvicinarmi sempre di più, a piccoli passi, fino ad arrivare ad una decina di metri dalle agavi. L’uccello mi guarda perplesso mentre me lo studio per bene, annotando i punti salienti del piumaggio e ammirandone il piumaggio incredibilmente serico e compatto, nonché i versi forti e decisi che ricordano un uccello tropicale. Le dimensioni, a metà tra un merlo e una tortora, indicano che è sicuramente una Averla maggiore. Il piumaggio però è davvero scuro, manca il sopracciglio bianco ed il canto è qualcosa di assolutamente diverso da quelli ascoltati sul web. Che sia una forma endemica?
L’Averla nel frattempo, stanca di cantare, caccia fuori una borra e si tuffa al suolo, a pochi metri da me. Cattura un grillo, lo sbatacchia un po’ a terra e lo ingoia intero. Poi, con una buffa corsa da piccolo dinosauro, zampetta di nuovo fino al limitare del campo, cominciando a cibarsi di formiche grosse quanto una nocciolina.
Rimango così ammaliato dallo spettacolo che non riesco a scollare gli occhi dal binocolo. L’Averla è così vicina che non entra nemmeno nell’ inquadratura. Riuscirò a scattare una solo foto che si rivelerà …completamente nera. Alla fine il passaggio della simpatica Hilde, il dromedario del vicino di casa, mi riporta alla realtà. Le ginocchia ed i tendini urlano di pietà. Faccio qualche altro passo in piedi, salvo cominciare a sgambettare come un matto dopo aver pestato il formicaio delle già menzionate formiche giganti.
Questo è troppo anche per la tollerante Averla che infatti si invola, ricominciando a verseggiare da un fico poco lontano. Nel giro di pochi minuti però, arriva un altro esemplare, probabilmente una femmina, che intona un simpatico duetto “botta e risposta” con il precedente occupante del filare di agavi. Giusto il tempo di scattare qualche foto lontana e si invola anche questo esemplare, disturbato dalla gazzarra di passere sarde che le si è radunata attorno. Si poggia vicino alla simpatica dromedaria, ma ormai è quasi buio e decido di desistere.
La sera, a casa, tento di capirne di più con internet e guida alla mano. Ammettendo la mia ignoranza in merito, scopro che alle Canarie esiste una sottospecie endemica, Lanius excubitor koenigi, che fa parte del gruppo delle “elegans” ovvero delle Averle maggiori deserticole. E’ una forma affine alle algeriensis, ma più piccola e più scura. Probabilmente un’antica colonizzazione avvenuta a partire dalle vicine coste del Marocco
Ritenterò più volte nei giorni successivi, ma sarà un fiasco.
Come nelle migliori favole però, l’averla rispunterà l’ultima sera che passo sull’isola, stavolta poggiandosi proprio sulla mia testa e lasciandosi fotografare per bene.
Se volete fare un bel viaggio ornitologico, economico e rilassante, unito a tanto buon mare e dell’ottimo cibo, fate una capatina alle Canarie. Non ve ne pentirete
Il vostro caro Totò
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Salvatore Bondì
Naturalista, specializzato in Biodiversità ed Evoluzione.
Ornitologo. Permacultore. Bighellone per necessità.